Il referendum scalda i cuori: pro e contro a Canizzano

Mercoledì 18 Ottobre 2017
L'INCONTRO
TREVISO Dei circa sessanta presenti, cinquantanove sapevano come votare e cosa votare. Ma l'incontro sul Referendum che lunedì sera al tendone della pro loco di Canizzano ha visto intervenire il consigliere regionale leghista Riccardo Barbisan, ha avuto il pregio di essere uno dei pochi organizzati in Veneto a prevedere un controcanto, quello di Graziano Azzalin, consigliere regionale Pd che, diversamente dai vertici regionali del suo partito ma in linea di coerenza con Matteo Renzi , si è schierato in favore dell'astensione. Punzecchiati dalla giornalista Alda Vanzan i due hanno opposto le ragioni del si e dell'astensione, portando i presenti a districarsi in un ginepraio di spese pubbliche (14 milioni di euro), desiderata («Vogliamo nelle nostre casse la media di quello che si spende tra Veneto e Campania» semplifica Barbisan) e piccole ossessioni (Azzalin che vota contro la possibilità di estendere il diritto di voto fino alle 23).
CONSULTIVO
Sgombrato subito il campo sul fatto che i sogni d'indipendenza siano definitivamente al tramonto, la moderatrice cerca di portare il partito leghista a concretezza. La questione primaria è sempre la stessa: trattandosi di referendum consultivo (anche se sulla comunicazione questo non è indicato) cosa vuole portare a casa Zaia? «Andremo a Roma forti della volontà popolare. E negozieremo» promette Barbisan. «Il quesito è troppo generico. La vostra è solo propaganda. State già facendo campagna elettorale» gli risponde Azzalin. Un interrogativo interessante arriva sui fatti in Catalogna. E qui le posizioni come naturale divergono. Barbisan che era a Barcellona e si è unito al ruggito d'indipendenza, ritiene che in ogni caso i fatti catalani abbiano dato una spinta ulteriore al referendum veneto. Di avviso opposto Azzalin, secondo cui l'effetto Catalogna si rivelerà un boomerang per la consultazione veneta.
E.F.
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