IL RAPPORTO
VITTORIO VENETO Angelica non era la prima ragazza ospitata da Patrizia

Domenica 21 Luglio 2019
IL RAPPORTO
VITTORIO VENETO Angelica non era la prima ragazza ospitata da Patrizia nell'abitazione di Serravalle. Ce n'erano state altre, che con l'affitto della cameretta contribuivano alle spese della casa. Paolo invece se ne andava e veniva, seguendo gli alti e bassi della turbolenta relazione con la 52enne. Poi però era sparito, sul più bello, quando Patrizia aveva bisogno di lui. Era andato in Grecia col camper. Nell'ultimo anno la donna ha avuto seri problemi di salute, si era sottoposta a un intervento, e sola in casa non ci poteva stare. E Angelica, conosciuta sui social, è diventata la sua stampella ma anche la sua migliore amica. «Le faceva da infermiera, da badante, la aiutava in tutto». Un'amicizia che nei mesi si è trasformata in qualcosa di più intimo, simile a un rapporto tra madre e figlia. Ed è proprio così che definivano il loro stare insieme, al di là della convivenza. «Ti amo mamma e ti amerò per ogni giorno della mia vita» scrive su Facebook la 24enne nell'ultima foto profilo impostata sul social network. E si riferisce a Patrizia chiamandola mamma anche davanti agli inquirenti, quando ha ammesso di aver colpito a bastonate Paolo Vaj dopo che quest'ultimo, stando alla ricostruzione fornita dalle due donne finite in carcere, aveva fatto vacillare Patrizia con un colpo sul braccio: «Sono stata io, l'ho fatto per difendere mamy».
L'ABUSO DI ALCOL
Paolo, una volta tornato a Serravalle dopo l'ultimo viaggio in Grecia, era visto quasi come un estraneo in casa. Sopratutto alla luce dei gravi problemi legati al consumo di sostanze alcoliche, che lo rendevano aggressivo e talvolta violento. Quattro anni fa era stato male, è stato a un passo dalla morte per un'emorragia cerebrale. I medici gli dissero di non bere più, ma lui non li aveva voluti ascoltare. Anche di recente era finito più volte in pronto soccorso per colpa dell'alcol, salvo poi rifiutare il ricovero e tornare subito dopo al bar. Un copione che si era ripetuto anche sabato scorso. «La relazione tra Paolo e Patrizia era complicata - chiarisce l'avvocato Marina Manfredi, legale di fiducia di Patrizia Armellin ma al tempo stesso conoscente di Paolo Vaj, tanto che quest'ultimo la definiva sua cugina -. Ma si sono voluti sempre bene e si sentivano anche nei periodi in cui si lasciavano. Di sicuro aveva un grave problema con l'alcol, e quando beveva diventava un'altra persona».
LE PISTOLE
Patrizia però non lo aveva mai denunciato. A differenza della moglie di lui, Roberta, che vive in Toscana, a Poggibonsi (dove il 57enne tornava di tanto in tanto quando non era a Serravalle o in Grecia), che chiamò i carabinieri e gli fece togliere il porto d'armi tanto che Paolo decise di disfarsi delle pistole e di venderle ad un amico. Con l'arrivo di Angelica in casa però Patrizia ha trovato un'amica con la quale confidarsi, confrontarsi, e alla quale chiedere aiuto. Un aiuto che l'altra notte si è trasformato però un delitto brutale, conclusosi con l'omicidio del 57enne milanese, preso a bastonate in testa da Angelica e poi soffocato con un cuscino dalle due donne. Ora toccherà agli inquirenti definire con precisione le responsabilità dell'una e dell'altra. L'avvocato Manfredi, propri per questioni di incompatibilità, cederà il mandato per la 24enne a una collega.
A.Belt
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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