IL RAPPORTO
TREVISO «Siamo di fronte a una pesante recessione economica».

Giovedì 6 Agosto 2020
IL RAPPORTO TREVISO «Siamo di fronte a una pesante recessione economica».
IL RAPPORTO
TREVISO «Siamo di fronte a una pesante recessione economica». Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro, non si nasconde la gravità del frangente attraversato dal sistema produttivo nostrano. A rincuorarla, però, è la dinamicità delle imprese, «segno dice - della voglia di reazione dei nostri territori». Questa spinta, allora, va adeguatamente supportata, con un piano di investimenti per modernizzare il paese, dalle riforme alle grandi opere infrastrutturali. A partire, a livello locale, da quella Pedemontana, riguardo alla quale gli industriali hanno più volte ribadito l'esigenza di giungere a un rapido completamento. «Dopo mesi di task force e stati generali ammonisce la presidente -, è urgente passare al più presto ai progetti reali e predisporre piani d'impiego delle risorse che siano seri e credibili». Pedemontana promossa anche da Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio Treviso Belluno: «È senza dubbio una notizia molto buona. Tra l'altro il presidente Zaia, in occasione dell'inaugurazione del primo tratto, aveva assicurato il completamento per fine 2020 e quindi ha mantenuto l'impegno. Quella a ridosso della Pedemontana è una delle aree a maggior concentrazione di imprese, non solo della nostra provincia, ma dell'intero Veneto e gli spostamenti sono drammatici. Lo diciamo da sempre: le nostre aziende sono tra le più competitivi dentro i propri stabilimenti, ma quando si esce dai cancelli della fabbrica iniziano i problemi».
I NUMERI
I numeri dell'indagine congiunturale curata dall'associazione degli industriali mostrano come non ci sia tempo da perdere: nel secondo trimestre dell'anno, tutti i principali indicatori sono in profondo rosso. E a poco vale che la caduta fosse prevista. La produzione cede in media il 18% rispetto allo stesso arco temporale dell'anno precedente (nei primi tre mesi dell'anno la flessione era stata del 6,3%), con picco negativo nelle piccole imprese con 20-49 addetti (meno 26 punti). Il fatturato in Italia si riduce di quasi un quarto (meno 23,1%), ma pure l'export perde terreno (meno 14,6%). In contrazione del 19% gli ordini, proprio per la sospensione dell'attività dei settori non essenziali. Altro dato: un terzo delle imprese evidenzia tensioni sulla liquidità aziendale, anche a causa dei ritardi nei pagamenti (quasi metà della platea denuncia ritardi). Tiene, nel complesso, l'occupazione. La flessione dell'1,6% è frutto dell'ampio ricorso agli ammortizzatori sociali: ad aprile li ha utilizzati il 70% delle ditte, poi il ricorso si è via via mitigato a maggio (55,6) e giugno (43,3). Quando potranno risalire questi parametri? Gli imprenditori non sono molto fiduciosi: per sei aziende su dieci non si tornerà a livelli pre-Covid se non nel corso del 2021.
GLI INVESTIMENTI
Al momento, l'incertezza complessiva, comunque, non sembra spingere le ditte a rinviare gli investimenti: il 42,3% degli industriali dichiara che li manterrà invariati, un 25% persino li aumenterà. Il virus economico, invece, rischia di infettare il mercato del lavoro: circa il 60% del campione non prevede cali degli organici nella propria azienda nel 2020, ma l'87% degli intervistati ritiene abbastanza o molto prevedibile un forte aumento della disoccupazione nei prossimi sei mesi. «Il rilancio parte dalla capacità di spendere bene tutte le risorse disponibili rimarca Piovesana -, senza pregiudizi o veti ideologici autolesionisti, puntando innanzitutto alla crescita degli investimenti, ed evitando, al contempo, un aumento della spesa corrente». Per questo il presidente vicario Massimo Finco torna a sollecitare l'esecutivo ad abbandonare misure emergenziali: «Ora dobbiamo reagire con un disegno chiaro e condiviso che ancora non si vede nell'azione di governo, puntando più su impresa e lavoro e meno sui sussidi».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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