IL QUADRO
TREVISO Crolla il numero di codici bianchi, cioè i casi non gravi

Mercoledì 27 Gennaio 2021
IL QUADRO TREVISO Crolla il numero di codici bianchi, cioè i casi non gravi
IL QUADRO
TREVISO Crolla il numero di codici bianchi, cioè i casi non gravi né urgenti, gestiti dai pronto soccorso. È uno degli effetti dell'epidemia da coronavirus. Nel 2020 il Covid ha riempito i reparti degli ospedali. E allo stesso tempo ha portato a un calo tra il 15 e il 23% degli accessi nelle aree dell'emergenza-urgenza. I numeri sono netti. Il pronto soccorso di Treviso ha registrato 25mila accessi in meno rispetto alla media: si è passati dai 105mila del 2019 a circa 80mila. Discorso simile per il pronto soccorso di Conegliano. Qui si è scesi da 55mila a 47mila accessi. Cioè 8mila in meno. «La diminuzione è legata soprattutto al calo dei codici bianchi registrato in particolare nel corso della prima ondata del coronavirus, in corrispondenza del lockdown della scorsa primavera, che aveva drasticamente ridotto i traumi per incidenti fa il punto Enrico Bernardi, direttore dei due pronto soccorso nella prima ondata vedevamo praticamente solo pazienti Covid. Poi le cose sono cambiate: sono diminuiti i codici bianchi mentre sono aumentati quelli gialli e rossi (cioè le situazioni più gravi, ndr)».
L'ALLERTA
Nella scorsa primavera il calo era stato ritenuto preoccupante. Tanto che non mancarono gli appelli per invitare le persone con seri problemi di salute a rivolgersi ai pronto soccorso senza timori. Quella paura oggi sembra essere definitivamente alle spalle. Lo confermano anche i numeri quotidiani. A Treviso, in particolare, in primavera si era scesi sotto i cento accessi al giorno. Adesso si è di poco sotto alla media: si contano 250 richieste al giorno rispetto alle solite 300. E a Conegliano ci si attesta sulle 150. L'andamento dell'attività del Suem118 è in linea. Il periodo peggiore è stato quello tra novembre e dicembre. «Siamo arrivati a contare anche 500 chiamate al giorno spiega Marialuisa Ferramosca, direttrice della centrale operativa tra queste, una settantina per problemi correlati al coronavirus. In quelle settimane abbiamo effettuato in tutta la provincia 50 interventi al giorno, con picchi di 60, per pazienti positivi o casi sospetti». Si è iniziato a vedere un calo consistente solo con l'inizio del nuovo anno. «Ore le chiamate sono tornate in media: tra le 300 e le 340 al giorno specifica la dottoressa e gli interventi per pazienti positivi o casi sospetti di coronavirus si sono ridotti tra i 20 e i 30 al giorno in tutta la provincia». Nel dettaglio, l'altro ieri le ambulanze sono intervenute per 23 pazienti sospetti Covid in tutta la Marca. Domenica erano stati venti. È questa la dimensione attuale. Nel corso della seconda ondata, il Suem118 e di conseguenza gli ospedali hanno lavorato a pieno regime non solo sul Covid ma anche su tutto il resto, ad eccezione delle prestazioni sanitarie non urgenti. «Non ci sono stati lockdown. E quindi abbiamo continuato a rispondere a incidenti stradali, incidenti sul lavoro e in ambito agricolo sottolinea Ferramosca allo stesso tempo, è stata sempre data una risposta tempestiva non solo alle patologie acute ma anche a quelle meno gravi». Un lavoro enorme. Basti pensare che in questa seconda ondata ci sono stati picchi di mille nuovi positivi al Covid al giorno.
PERSONALE SICURO
Ora ci si prepara all'eventuale terza ondata, sperando che in realtà non si faccia vedere. «Sono orgogliosa di tutto il nostro personale che in questo periodo si è sempre fatto trovare pronto tira le fila Ferramosca non sono mancati momenti di sofferenza, come per tutti. Ma la disponibilità è sempre stata massima». Gli operatori del Suem118 hanno risposto presente anche alla chiamata per la vaccinazione anti-Covid: «Il primo obiettivo è garantire il servizio conclude poi, chi ha vissuto in prima persona le difficoltà degli ultimi mesi non può avere alcun dubbio sul vaccino». (m.fav)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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