IL PUNTO
TREVISO Il Covid torna a bussare alle porte degli uffici della Procura

Martedì 24 Novembre 2020
IL PUNTO TREVISO Il Covid torna a bussare alle porte degli uffici della Procura
IL PUNTO
TREVISO Il Covid torna a bussare alle porte degli uffici della Procura della Repubblica di Treviso. Da ieri mattina i corridoi al terzo piano del palazzo di giustizia di via Verdi, che ospitano le stanze dei magistrati trevigiani, sono tornati infatti ad essere off limits. Tra venerdì e sabato infatti alcuni dipendenti hanno accusato i sintomi dell'infezione e, sottoposti a tampone molecolare, sono risultati positivi. «Come era già accaduto qualche settimana fa - spiega Massimo De Bortoli, che in attesa della nomina del nuovo capo della procura svolge le funzioni di procuratore reggente - abbiamo subito fatto scattare tutte le misure di sicurezza e sanitarie. Tutti gli addetti del terzo piano sono stati mandati a fare il tampone rapido. In caso di sospetta positività si dovranno poi sottoporre al tampone molecolare. Al momento non sappiamo quale sia la reale portata del contagio, domani saremo in grado di conoscerne la gravità e la diffusione».
IL PRECEDENTE
È la seconda volta che negli uffici della Procura di Treviso esplode un focolaio Covid nel giro di meno di un mese. Era infatti il 3 novembre scorso quando tre dipendenti erano risultati positivi al coronavirus e immediatamente erano state attivate le procedure previste dal protocollo sanitario. Si trattava di casi asintomatici: stavano tutti bene e, probabilmente per la carica virale bassa, la propagazione del virus era stata contenuta. Questa volta sembrerebbe che i casi siano cinque, ancora una volta privi di sintomi specifici, dalla febbre e alla perdita di olfatto e gusto, ma la situazione è continua evoluzione. Da ieri mattina tutti gli accessi sono stati nuovamente bloccati, dopo l'allentamento operato nelle settimane scorse. Al pubblico è severamente vietato ogni transito, gli avvocati hanno gli accessi limitati alle questioni più urgenti e per poter parlare con i sostituti procuratori o accedere agli sportelli devono affidarsi all'applicativo progettato dalla Edicom.
LE PROCEDURE
La registrazione sul sito del tribunale di fatto regola le presenze in maniera ordinata, attraverso un calendario digitale elaborato secondo le esigenze dell'ufficio giudiziario, che fissa gli appuntamenti per svolgere tutte le pratiche presso le cancellerie competenti in un determinato giorno e orario. Verrà inoltre ulteriormente implementata l'esecuzione delle udienze preliminari con collegamenti da remoto, nei casi in cui la presenza fisica della persona indagata, di quella offesa, del difensore, di consulenti, di esperti o di altre persone provochi rischi ai fini del contenimento del contagio. Per limitare le possibili occasioni di diffusione del virus viene poi stabilito che le udienze, sia dei procedimenti civili che di quelli penali, veda cancellata la presenza del pubblico e vengano celebrate a porte chiuse. Per le ultime è sempre prevista, inoltre, la possibilità di garantire lo svolgimento mediante collegamenti da remoto, garantendo il contraddittorio e l'effettiva partecipazione delle parti.
I RITARDI
È la terza volta che il lavoro degli uffici giudiziari deve rallentare a causa del virus. Il primo caso scoppiò il 4 marzo scorso quando una dipendente dell'ufficio dei giudici di pace fu il primo infetto nella Marca che non aveva mai avuto contatti con il reparto di geriatria del Ca' Foncello, allora un vero e proprio focolaio. Le udienze furono sospese e di lì a qualche giorno emersero altri dieci casi, fortunatamente senza sintomatologie particolari. Nei giorni scorsi anche la Prefettura ha registrato quattro casi di positività tra i dipendenti. Anche qui sono scattate le misure di sicurezza e sono stati testati i lavoratori che erano entrati in contatto tra loro. Non sono emersi altri casi di contagio e la struttura è stata sanificata. Dalla Prefettura sottolineano che la diffusione del contagio è stata limitata anche grazie al ricorso allo smart working. Gran parte dei dipendenti dell'ufficio infatti lavorano da casa, metodologia messa a punto durante il lockdown della scorsa primavera e che viene ancora applicato.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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