IL PROGRAMMA
TREVISO Gli ambulatori dei medici di famiglia resteranno chiusi

Lunedì 17 Maggio 2021
IL PROGRAMMA
TREVISO Gli ambulatori dei medici di famiglia resteranno chiusi per altri due giorni. Martedì e mercoledì i dottori andranno a effettuare i richiami dei vaccini anti-Covid a domicilio sugli oltre 3.500 anziani con più di 80 anni che hanno ricevuto la prima dose di Pfizer tra il 20 e il 22 aprile. Nei due giorni verrà attivata la guardia medica anche in orario diurno per rispondere a eventuali emergenze. All'inizio della prossima settimana, inoltre, i medici di famiglia cominceranno a ricevere i vaccini Johnson & Johnson (monodose) da usare nei propri ambulatori.
LE CONSEGNE
L'Usl ha previsto una serie di consegne con cadenza settimanale, in modo da non rischiare di tenere sieri fermi troppo a lungo. Il vaccino Johnson & Johnson può essere facilmente conservato. Ad oggi, però, è consigliato solo per le persone con più di 60 anni. Di conseguenza l'attività dei camici bianchi del territorio che aderiranno al programma si concentrerà su questa fascia d'età. Nella Marca sono 58mila gli over 60 che ancora mancano all'appello. In sostanza si andrà a completare il quadro recuperando chi non ha risposto alla chiamata per essere vaccinato nei centri allestiti dall'Usl. Le iniezioni verranno eseguite negli ambulatori attraverso normali appuntamenti. In questi casi gli studi funzioneranno come sempre: non verrà attivata la guardia medica a copertura. Si dovrebbe iniziare a effettuare le iniezioni a partire da giovedì, cioè dopo la due giorni dedicata ai richiami per gli over 80. «Abbiamo prenotato i vaccini: ci verranno consegnati all'inizio della prossima settimana spiega Bruno Di Daniel, medico di famiglia a Maserada, oltre che segretario del sindacato Snami di Treviso parallelamente stiamo definendo gli elenchi degli assistiti con più di 60 anni, evidenziando chi non ha ancora ricevuto la prima dose. Ci rivolgeremo direttamente a loro». Al netto di qualche inevitabile rifiuto, la speranza è che i medici di famiglia possano convincere quante più persone possibile a vaccinarsi contro il coronavirus. Proprio ieri l'Usl ha annunciato che il 78,5% dei 270.026 trevigiani ultrasessantenni ha già ricevuto almeno la prima dose. Ora si punta agli altri 58mila.
LO SCONTRO
Negli ultimi giorni a dire il vero non sono mancati distinguo tra i camici bianchi. Non è piaciuto l'accordo che da giugno consentirà anche ai farmacisti di vaccinare contro il Covid, pur solo persone senza problemi di salute, quindi con anamnesi negativa. Ma prevale l'atteggiamento pragmatico. «Le rivendicazioni sono giuste mette in chiaro Di Daniel in questo momento, però, è necessario andare a garantire la massima copertura della campagna vaccinale contro il coronavirus». Tradotto: i medici non possono tirarsi indietro. La prima fase incentrata sugli over 60 durerà un paio di settimane. E dopo? La prosecuzione della campagna dei medici di famiglia anche tra le persone con meno di 60 anni è ancora da definire nei dettagli.
COMMESSE E CAMERIERI
Nei prossimi giorni dovrebbe essere individuato anche l'hub vaccinale per i lavoratori ancora non raggiunti dalla campagna. Sono circa 46mila. Si pensa in particolare agli operatori che hanno maggior contatto con il pubblico: addetti alla ristorazione e personale di bar, ristoranti e alberghi. Un Vax point dedicato potrebbe essere aperto all'interno della clinica Giovanni XXIII di Monastier. «Aspettiamo il nulla osta del Commissario Figliuolo - afferma il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi. Abbiamo avuto l'offerta di Monastier e stiamo tenendo in considerazione altre opzioni come quella degli stabilimenti Benetton di Castrette o di Texa, a Roncade. Con le fasce di età abbiamo già vaccinato una buona fetta di lavoratori, ora andremo a coprire anche gli altri, dando priorità ai lavoratori di tutte quelle strutture che proprio ora, con l'estate e il turismo, ha bisogno di ripartire».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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