Il prefetto: «Lo spaccio una piaga di questo territorio»

Mercoledì 16 Ottobre 2019
IL MONITO
TREVISO «Quello dell'uso di sostanze stupefacenti e un mondo che richiede ancora particolare impegno». Uno dei fronti in cui la guardia non può in alcun modo essere abbassata, secondo il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà, è proprio il contrasto al dilagante uso di droga nella Marca. Lo ha dichiarato ai microfoni di Antenna Tre, commentando il dato, pur confortante, sull'incidenza della criminalità nelle province italiane, che nella classifica stilata dal quotidiano Il Sole 24 Ore vede il Trevigiano in fondo all'elenco, addirittura al centesimo posto su 106, per reati segnalati alle forze dell'ordine. Un territorio «non particolarmente vocato alla delinquenza», spiega il prefetto, in cui a dare buoni risultati è anche «l'ottima sinergia tra forze di polizia e polizie locali». Anche i sindaci fanno la loro parte, continua la rappresentante del Governo, potenziando la videosorveglianza e favorendo la partecipazione attiva dei cittadini alla sicurezza. Un contesto in cui si inserisce anche la proposta di modifica del regolamento di Polizia urbana che Ca' Sugana porterà in consiglio per multare chi acquista stupefacenti.
I RISCHI
E proprio la droga, rimarca il prefetto, è uno dei fronti di maggior impegno insieme all'attività di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio. «Un settore sensibile spiega in cui siamo particolarmente impegnati. Ricordo che è proprio di questi giorni la notizia di un'overdose in un locale pubblico». Treviso non è un crocevia del traffico di stupefacenti, prosegue Laganà, ma è terreno fertile di spaccio e microspaccio: «E questo evidentemente perché la domanda è alta. L'uso di stupefacenti si riverbera anche sulla sicurezza della circolazione stradale: in tantissimi casi vengono sorprese persone alla guida di veicoli sotto l'effetto di droghe. È un mondo che, sia perché riguarda una fascia molto giovane di persone che ne fanno uso, sia per tutte le implicazioni possibili, ci induce ad accelerare su attività di prevenzione, anche culturale», per cercare di contrastare una diffusione impressionante, che raggiunge ragazzi di età sempre più giovane, inconsapevoli degli effetti devastanti che anche un banale spinello può causare. Proprio per questo, e per evitare conseguenze drammatiche come quella che ha portato a San Vendemiano alla morte di un 44enne, occorre, secondo le istituzioni, lavorare senza sosta.
IL MINISTERO
Proprio ieri il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha chiesto ai prefetti di dare «maggiore impulso all'azione di vigilanza del territorio, con specifico riferimento alle aree cittadine maggiormente esposte alle attività di spaccio di sostanze stupefacenti ed ai correlati stazionamenti di soggetti, specie in zone degradate». L'individuazione degli interventi mirati avverrà in sede di Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, con l'obiettivo di «migliorare i livelli di sicurezza, assicurando la piena fruibilità degli spazi pubblici, con particolare riferimento agli spazi verdi e alle piazze cittadine».
Lina Paronetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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