IL PIANO
TREVISO Il Palaverde, la Zoppas Arena e il Sant'Artemio. Più tutta

Venerdì 27 Novembre 2020
IL PIANO
TREVISO Il Palaverde, la Zoppas Arena e il Sant'Artemio. Più tutta la rete delle sedi alternative agli ambulatori, tra tensostrutture, palestre e sale polifunzionali, già collaudata con la campagna antinfluenzale e con i tamponi rapidi fatti dai medici di famiglia. Sono i centri che verranno usati a partire da gennaio per eseguire i nuovi vaccini anti-Covid. Nei primi sei mesi del 2021 nel trevigiano potranno essere immunizzate quasi 30mila persone tra le categorie più a rischio. Il piano inviato al commissario Arcuri ne mette in conto esattamente 27.160. Nel dettaglio, 8.448 addetti all'interno degli ospedali e 3.259 tra medici, infermieri e operatori. Più le case di riposo: 5.905 anziani e 5.473 tra infermieri e operatori. Per poi concludere con gli altri centri residenziali per minori, persone con disabilità, problemi di natura psichiatrica e tossicodipendenti: 2.680 ospiti e 1.395 addetti.
L'ORGANIZZAZIONE
L'Usl della Marca ha già messo in moto la macchina organizzativa. L'imperativo è farsi trovare pronti per distribuire i vaccini, non appena saranno disponibili, in modo capillare e veloce. L'argomento è stato al centro della conferenza dei sindaci di mercoledì. «Verranno messe a disposizione le stesse strutture usate per le vaccinazioni contro l'influenza stagionale spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria l'obiettivo è organizzare punti facilmente accessibili per evitare assembramenti. Pensiamo a grandi strutture come il Palaverde di Villorba, la Zoppas Arena di Conegliano, il Sant'Artemio di Treviso e le palestre in genere, cioè le realtà in grado di accogliere il maggior numero di persone possibile nel rispetto delle misure di sicurezza». I Comuni scioglieranno i nodi logistici. Per la campagna antinfluenzale avevano messo a disposizione 65 sedi. Non ci sono difficoltà. L'Usl intanto ha avviato la ricognizione sugli strumenti necessari. È fondamentale: ci sono vaccini, come quelli targati Pfizer-Biontech, che devono essere conservati tra i 70 e gli 80 gradi sottozero. Bisogna garantire la catena del gelo nel cosiddetto ultimo miglio, cioè dai magazzini centrali alle sedi di somministrazione. Sono già state individuate attrezzature capaci di mantenere temperature di 15, 30 e 80 gradi sottozero per un volume attualmente disponibile pari a 1.908 litri. E presto si potrà salire ulteriormente. «Su questo fronte non ci sono problemi assicura Benazzi l'organizzazione è definita e il personale pronto. Ora attendiamo indicazioni dalla Regione e dal commissario Arcuri. Quando arriveranno i vaccini, la distribuzione sarà immediata».
LA PRIMA FASE
Nella Marca dovrebbe inizialmente arrivare una prima tranche di 60mila dosi, tra i tre vaccini a un passo dall'autorizzazione: la stessa Pfizer-Biontech, Moderna e Oxford-Astrazeneca. Quanto basta appunto per circa 30mila persone, dato che serve una prima iniezione e un richiamo nel giro di un mese. Dopo la chiusura della prima fase, nella seconda metà del 2021 potranno essere vaccinate le persone con più di 60 anni, quelle con patologie a rischio e quelle che lavorano in situazioni che non consentono il distanziamento. Poi si aprirà a tutto il resto della popolazione. Benazzi è il primo a spazzare via i dubbi sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid che otterranno l'autorizzazione definitiva dagli organi internazionali. «Anch'io mi vaccinerò. Assolutamente sì mette in chiaro fino ad ora non sono stato contagiato. Incrocio le dita, ma potrebbe capitare domani. Prima posso fare il vaccino, meglio è». Una posizione netta dopo le polemiche scatenate dall'uscita di Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia dell'azienda ospedaliera di Padova, che nei giorni scorsi ha rivelato che non si sottoporrebbe al primo giro di vaccini anti-Covid, se non dopo aver analizzato tutti i dati. Daniele Frezza, direttore dell'unità di Chirurgia dell'orecchio di Treviso, autore delle linee guida per l'Istituto superiore di sanità sull'esecuzione dei tamponi, è sulla stessa linea di Benazzi. «Da medico, esposto in prima linea in ospedale, farò immediatamente il vaccino ha spiegato e ai miei pazienti dirò che i rischi, come qualsiasi cura, in questo caso sono impercettibili rispetto ai gravi rischi, talora mortali, prodotti da questo virus».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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