ODERZO
Ha chiuso i conti con la giustizia, patteggiando un anno e sei mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, l'80enne di Motta di Livenza che il 12 gennaio 2019 a Piavon di Oderzo aveva travolto e ucciso Angela Pozzebon, 26enne di Sala d'Istrana, mentre soccorreva un gufo lungo la tangenziale di Oderzo. Il gup Gianluigi Zulian ha anche disposto la sospensione della patente al pensionato per la stessa durata della condanna. I familiari di Angela, grazie al gruppo Giesse a cui si erano affidati, avevano già ottenuto un risarcimento del danno per l'incidente mortale.
IL SINISTRO
Erano da poco passate le 18. Angela stava tornando a casa dopo una giornata di formazione come tatuatrice presso lo studio Black Queen di Oderzo. Lungo la tangenziale aveva notato un gufo in mezzo alla strada, probabilmente ferito. Così la giovane ha accostato l'auto, inserito le quattro frecce lasciando anche accesi i fari, ha attraversato la strada e si è avvicina al gufo. Mentre lo stava spingendo verso il margine della carreggiata è stata travolta dall'80enne, che ha dichiarato di non essersi neppure reso conto della presenza della giovane. Sull'asfalto, infatti, non c'era alcun segno di frenata. L'impatto non ha lasciato scampo ad Angela, che è morta praticamente sul colpo, così come il gufo che aveva tentato di salvare. Uno degli automobilisti che si sono fermati dopo l'incidente ha raccontato di essere transitato nello stesso punto pochi minuti prima e di aver visto anche lui il gufo in difficoltà sulla carreggiata, ma di aver proseguito per poi decidere di rigirarsi alla prima rotonda e tornare indietro per soccorrerlo. Quando è tornato sul posto però si era già consumata la tragedia. Secondo quanto ricostruito dal consulente tecnico Francesco Sottana, nominato dal pubblico ministero, la luminosità dei fari della Mercedes del pensionato non era regolare: erano opacizzati e con fascio luminoso insufficiente.
IL RICORDO
Pochi giorni prima dell'incidente, Angela, che amava sia gli animali che i tatuaggi, aveva disegnato tra i vari bozzetti da proporre come tattoo proprio un gufo. Alcuni dei suoi amici e conoscenti, dopo la sua tragica scomparsa, avevano così deciso di tatuarselo devolvendo poi poi il ricavato a un'associazione per la protezione degli animali. Un gesto per ricordare Angela nel migliore dei modi.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA Ha chiuso i conti con la giustizia, patteggiando un anno e sei mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena, l'80enne di Motta di Livenza che il 12 gennaio 2019 a Piavon di Oderzo aveva travolto e ucciso Angela Pozzebon, 26enne di Sala d'Istrana, mentre soccorreva un gufo lungo la tangenziale di Oderzo. Il gup Gianluigi Zulian ha anche disposto la sospensione della patente al pensionato per la stessa durata della condanna. I familiari di Angela, grazie al gruppo Giesse a cui si erano affidati, avevano già ottenuto un risarcimento del danno per l'incidente mortale.
IL SINISTRO
Erano da poco passate le 18. Angela stava tornando a casa dopo una giornata di formazione come tatuatrice presso lo studio Black Queen di Oderzo. Lungo la tangenziale aveva notato un gufo in mezzo alla strada, probabilmente ferito. Così la giovane ha accostato l'auto, inserito le quattro frecce lasciando anche accesi i fari, ha attraversato la strada e si è avvicina al gufo. Mentre lo stava spingendo verso il margine della carreggiata è stata travolta dall'80enne, che ha dichiarato di non essersi neppure reso conto della presenza della giovane. Sull'asfalto, infatti, non c'era alcun segno di frenata. L'impatto non ha lasciato scampo ad Angela, che è morta praticamente sul colpo, così come il gufo che aveva tentato di salvare. Uno degli automobilisti che si sono fermati dopo l'incidente ha raccontato di essere transitato nello stesso punto pochi minuti prima e di aver visto anche lui il gufo in difficoltà sulla carreggiata, ma di aver proseguito per poi decidere di rigirarsi alla prima rotonda e tornare indietro per soccorrerlo. Quando è tornato sul posto però si era già consumata la tragedia. Secondo quanto ricostruito dal consulente tecnico Francesco Sottana, nominato dal pubblico ministero, la luminosità dei fari della Mercedes del pensionato non era regolare: erano opacizzati e con fascio luminoso insufficiente.
IL RICORDO
Pochi giorni prima dell'incidente, Angela, che amava sia gli animali che i tatuaggi, aveva disegnato tra i vari bozzetti da proporre come tattoo proprio un gufo. Alcuni dei suoi amici e conoscenti, dopo la sua tragica scomparsa, avevano così deciso di tatuarselo devolvendo poi poi il ricavato a un'associazione per la protezione degli animali. Un gesto per ricordare Angela nel migliore dei modi.
Giuliano Pavan
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