Il femminicidio di Moriago

Giovedì 24 Giugno 2021
LA COMUNITA'
PIEVE DI SOLIGO L'idillio zanzottiano e il brusco risveglio. La quasi capitale della cultura scossa da un delitto efferato si domanda a che punto arrivi la disgregazione della mente, cosa possano insieme fragilità, solitudine e realtà virtuale.
IL SINDACO
Stefano Soldan sale in macchina per raggiungere subito la frazione di Petean. Chiede di rimanere solo con la famiglia. Piange con i genitori di Elisa. Esce, visibilmente scosso. E' da poco padre, l'immagine immediata va al significato di perdere in modo così atroce una figlia.
«E' una notizia che ci rattrista profondamente - spiega Soldan -. Inaspettata come tutte le notizie di questo tipo. Ma dolorosa, atroce, per le modalità. Il primo pensiero è per i famigliari di Elisa, che conosco. Ho voluto cercare di portare il mio conforto umano ad un lutto drammatico. Loro che sono sempre stati cittadini modello, persone miti e tranquille. Ma le parole nulla possono a colmare il vuoto di una giovane vita interrotta, da quel che capisco, per futili e inesistenti motivi».
Il sindaco spiega che la realtà del circolo è quella di una famiglia allargata, dove tutti si conoscono. E dove i genitori di fatto erano l'ossatura dell'attività di Elisa.
«Oggi desideriamo capire, che i famigliari possano avere una spiegazione ad un gesto tanto brutale. L'unica cosa che in qualche maniera ripara marginalmente è il fatto che il presunto omicida si sia già costituito e consegnato alla giustizia. E che, se riconosciuto colpevole, pagherà. Perchè non è sempre così. Dieci anni fa a Pieve c'è stato un omicidio, l'omicidio Simonetto. L'assassino non è mai stato individuato. E questa e' una macchia per la nostra comunità, perchè c'è un responsabile ancora in libertà. In questo caso, almeno, chi ha commesso quest'atto atroce è stato assicurato alla giustizia».
I VICINI
Ma incredulità e disorientamento si percepiscono anche nel quartiere dei genitori di Elisa, dietro alle villette ordinate con i prati perfettamente falciati.
«Sono stato il padrino di battesimo di Sara - spiega il dirimpettaio Francesco Lucchetta -. Sia lei sia sua sorella Elisa sono due ragazze a posto, è incredibile quello che è successo. Ci conosciamo da una vita, frequento a volte il loro bar, anche se mia figlia ne ha aperto uno poco distante. Ma è una famiglia per bene, e benvoluta. Sono letteralmente senza parole. Un gesto inspiegabile».
IL DIRETTORE DEL TONIOLO
Lo sgomento di questa morte è espresso anche dal direttore dell'Istituto Beato Toniolo Marco Zabotti, che proprio due giorni fa alla riunione delle pro-loco aveva affrontato l'aspetto del disagio crescente degli elementi fragili della comunità nel post lockdown. «Ho avuto modo di conoscere la sorella come grafica. La cosa ci lascia devastati, tramortisce e ci dà un disagio davvero profondo. Che un luogo così sia segnato dall'efferatezza di un atto così duro, di fronte all'innocenza di questa donna è un fatto inaudito. La comunità si sente ferita. E, insieme, disorientata. Quello che è successo è fuori da ogni elemento di ragionevolezza». Ma Zabotti ritiene che il grande dolore della comunità debba trovare anche dei gesti concreti di vicinanza. «Una vita così non merita di essere spezzata. Vogliamo poter dire alla famiglia: c'è la nostra vicinanza di condividere il dolore. Non vogliamo lasciarli soli. Abbiamo conosciuto la sorella Sara molto legata alle Pro loco, grafica molto stimata. E' un grande dolore, profondo, incredulo, sgomento, di comunità, per una vita spezzata senza ragione, senza senso....in questo momento possiamo solo stringere in un grande abbraccio tutti i familiari, condividendo l'immensa sofferenza che stanno provando».
Nelle piazze, nelle strade, la vita sembra continuare ancora senza apparenti scossoni. «E' una tragedia enorme - commenta Lina, che sta leggendo la notizia dallo smartphone - dopo tanti mesi di clausura una giovane donna va a camminare da sola, a godere il respiro del Piave e viene finita da un folle. E' la spia di un'emergenza di cui ancora non ci stiamo rendendo ben conto». E proprio sul limitare del lungo viale che conduce all'isola dei Morti il tenutario dei campi dell'area ribadisce. «E' una zona per famiglie, frequentata da turisti e bambini. Non è mai accaduto nulla, un evento di questa portata è assolutamente inedito. L'ultimo sangue versato qui è stato quello dei valorosi caduti durante la battaglia del Solstizio».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci