Il dottor Rigoli: «I test rapidi efficaci anche con le varianti»

Domenica 13 Giugno 2021
Il dottor Rigoli: «I test rapidi efficaci anche con le varianti»
L'INTERVISTA
TREVISO «La variante indiana non sta dilagando. E nel frattempo la campagna vaccinale anti-Covid sta dimostrando di essere molto efficace. Non ci sono certezze assolute, ma con queste premesse si può finalmente sperare di non vedere più un altro picco di contagi da coronavirus». È questo l'orizzonte tracciato da Roberto Rigoli, padre dei test rapidi per il Covid, nel momento in cui si appresta a lasciare la sua postazione di cacciatore di microbi. Dopo 15 passati alla guida del centro di Microbiologia di Treviso e dopo aver coordinato tutti e 14 i laboratori del Veneto durante l'emergenza coronavirus, adesso è stato nominato direttore dei servizi sociali dell'Usl della Marca.
Dottor Rigoli, prima che si tolga il camice di direttore della Microbiologia, come vede la situazione attuale sul fronte dell'epidemia?
«Le premesse sono buone. Ma bisogna continuare così. Abbiamo imparato che con il coronavirus non ci sono ancora certezze assolute. A fronte della campagna vaccinale possiamo sperare che non ci siano altri picchi. Ma si tratta di un auspicio, non di una previsione».
Negli ultimi giorni però sono stati confermati 54 contagi da variante indiana nel focolaio tra la comunità Sikh di Ormelle. È la mutazione che sta spaventando il Regno Unito. Si è in allerta anche nella Marca?
«No, perché i casi di variante indiana sono stati circoscritti. È scattato subito l'isolamento. Di conseguenza ad oggi non assistiamo a una moltiplicazione generale. Quello che è certo, comunque, è che per il momento da noi non c'è assolutamente nessun riscontro del fatto che la variante indiana del Covid possa essere più pericolosa dal punto di vista clinico (nessuno dei contagiati tra la comunità Sikh di Ormelle ha avuto bisogno del ricovero in ospedale, ndr).
Nei mesi scorsi aveva detto che senza i test rapidi per il coronavirus l'Italia sarebbe arrivata al collasso. Cosa le resta ora delle ultime polemiche sulla loro attendibilità?
«I test antigenici hanno permesso di individuare anche le varianti poi confermate nel nostro territorio. Dalla variante indiana a quella brasiliana e sudafricana. Più la nigeriana. Per non parlare della mutazione inglese che rappresenta oltre il 90% dei contagi totali. In tutto ciò, c'è stata ancora una volta la conferma che i test antigenici funzionano: non sfuggono nemmeno le varianti».
Alla luce del lavoro fatto, non le dispiace lasciare il timone della Microbiologia di Treviso?
«Un po' di dispiacere c'è. Ma nel tempo si è formata una squadra che è una forza della natura. Adesso il centro verrà diretto da Elisa Vian. Il team è fortissimo. Ed è giusto che a un certo punto le persone che hanno 40 o 50 anni possano continuare il loro percorso di crescita. La Microbiologia è in ottime mani».
Quale saranno i suoi primi obiettivi come direttore del servizi sociali dell'Usl della Marca?
«Le difficoltà create dall'epidemia da Covid sono incalcolabili. Servono modelli organizzativi concreti per far fronte alla carenza di medici nel territorio (il riferimento è anche al progetto dei centri aperti 12 ore al giorno, ndr). Il sistema ospedale-centrico oggi è perdente. Se non rafforziamo i servizi sul territorio, saranno proprio gli ospedali i primi a collassare». (m.fav)
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