IL DIBATTITO
TREVISO La quota di studenti in presenza alle superiori congelata

Giovedì 25 Febbraio 2021
IL DIBATTITO
TREVISO La quota di studenti in presenza alle superiori congelata al 50 per cento. È questa la linea precauzionale emersa nell'incontro andato in scena ieri in Prefettura tra lo stesso prefetto Maria Rosaria Laganà, i vertici degli uffici scolastici del Veneto e di Treviso, Mom e tutti i presidi delle scuole della Marca. Gli occhi sono puntati sul nuovo decreto atteso entro il 5 marzo. Ma la sostanza è già chiara: a fronte dell'aumento dei contagi da coronavirus, meglio continuare a ranghi dimezzati fino a giugno, senza più puntare a portare la presenze al 75%, piuttosto che rischiare di dover chiudere nuovamente le scuole. «Abbiamo già registrato un'impennata dei casi di positività», sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca. Sarebbe stato meglio tornare a mettere subito tutti gli studenti delle superiori in didattica a distanza? «No, il 50% è una soglia sostenibile. Di contro, aumentare ancora di più le presenze in questo momento sarebbe stato poco opportuno, visti i contagi che stanno emergendo specifica il direttore generale la definizione del tetto non dipende da noi, ma credo che il limite del 50 per cento possa andar bene a tutti alla luce delle positività registrate nell'ultimo periodo. Fermo restando che il problema non sta nelle scuole, dove le misure di prevenzione vengono rispettate, quanto in ciò che ruota loro attorno a livello di movimenti, che possono trasformarsi in assembramenti».
LA LINEA DELLA PRUDENZA
I numeri delle superiori trevigiane sono netti. Con la soglia del 50% si muovono 20mila studenti al giorno. Con il 75%, invece, si salirebbe a 30mila. Un numero che oggi viene considerato eccessivo. Nell'incontro di ieri la prima a indicare la linea della prudenza è stata Carmela Palumbo, direttrice generale dell'ufficio scolastico del Veneto. In un'eventuale forbice tra il 50 e il 75%, le scuole tenderanno comunque a tenere le presenze il più vicino possibile al limite minimo. «L'attuale quadro epidemiologico ha portato alla richiesta di rimanere al 50% ancora per un po' conferma Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico di Treviso è una linea condivisa, nell'interesse di tutti, per permettere agli studenti di frequentare la scuola in sicurezza, pur con un'alternanza, riducendo il rischio di dover tornare a una didattica a distanza totale». I presidi non hanno sollevato particolari obiezioni. Le scuole hanno già i piani per tornare a una presenza del 75%. Sono pronti dallo scorso settembre. Per il momento, però, resteranno ancora nei cassetti. L'obiettivo ora è individuare soluzioni condivise. «Davanti alla richiesta di continuare con la metà dei ragazzi in presenza per motivi sanitari, ovviamente cede il passo anche l'autonomia scolastica evidenza Mariarita Ventura, preside del liceo Canova di Treviso la forbice tra il 50 e il 75%, poi, sarebbe troppo ampia per consentire a ogni istituto di scegliere e organizzarsi per conto proprio». La speranza di tutti è che i contagi da coronavirus possano tornare a scendere. In quel caso le cose potrebbero cambiare. Ma non ci sono troppe illusioni. «Senz'altro in un periodo si resterà al 50 per cento. Al massimo crescendo di qualche punto percentuale in primavera spiega Antonia Piva, preside del Duca degli Abruzzi di Treviso la situazione è ancora delicata: esige tenacia e compattezza. Il rientro al 50% ha funzionato, anche dal punto di vista dei trasporti».
I TRASPORTI
Non a caso la stessa Mom, la società del bus e delle corriere, apprezza la decisione di non tornare a riempire subito le classi delle superiori. «Il livello attuale consente un adeguato servizio di trasporto. Anzi, al momento è sovradimensionato, quindi non ci sono problemi davanti a eventuali oscillazioni quotidiane rispetto alla soglia del 50% tira le fila il presidente Giacomo Colladon noi facciamo il tifo per la riapertura delle scuole, ma solo quando le condizioni lo consentiranno. Tutte le parti coinvolte stanno seguendo la linea della massima prudenza. Ed è la cosa migliore, considerando anche che ormai mancano solo tre mesi alla fine dell'anno scolastico».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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