Il concerto di Brunello tra gli alberi caduti per onorare la foresta ferita

Lunedì 12 Novembre 2018
L'INIZIATIVA
TREVISO Nel silenzio di abeti caduti iniziano le prime battute dell'aria sulla IV corda di J.S.Bach. Sono arrivati in silenzio, con le custodie e gli strumenti in spalle, la giacca a vento. E si sono seduti dentro quel cimitero di alberi risonanti. Hanno estratto i violoncelli e sono partiti. Ognuno diceva la sua preghiera, solo con la grande foresta ferita. Non è stato un concerto, ma una preghiera in musica. In mezzo agli abeti sconfitti, schiantati a terra. «Un omaggio privato, senza orario nè luogo», aveva anticipato Mario Brunello. Che, con il suo violoncello ha voluto tornare nella foresta degli antenati. A Paneveggio, in Trentino. E insieme al violoncellista castellano, l'orchestra Villa-Lobos, formata da ex allievi di Enrico Egano. Il meglio degli archi bassi del trevigiano era tutto lì: professionisti che si dividono tra tournèe e teatri, ma che hanno imparato a dialogare con il legno, ad accarezza quelle pareti levigate.
RISPETTO
Nel silenzio del bosco, con una luce insolita e le cortecce a terra hanno voluto portare il loro rispetto a queste alture, all'abete rosso con cui sono costuiti i loro strumenti. Proprio nel bosco della val di Fiemme ha più volte suonato in passato e il musicista trevigiano «Nessun concerto e nessuna raccolta fondi - precisa - Solo un omaggio, una visita dovuta a quella che è la madre ferita dei nostri strumenti più belli». Brunello è molto legato a questo luogo che, grazie a lui, è diventato un teatro con pareti di fronte e cortecce. Sedotti dal racconto del bosco, sono saliti qui Uto Ughi, Uri Caine, Giuliano Carmignola, Ezio Bosso, Salvatore Accardo, Gidon Kremer, Stefano Bollani, Giovanni Sollima. A ciascuno di questi musicisti è stato dedicato un albero con un vero e proprio rito battesimale ideato da Claudio Delvai della Magnifica Comunità di Fiemme.
IL RITO
«Andiamo a parlare con gli alberi aveva spiegato pochi giorni fa il violoncellista - che grazie alla risonanza del loro legno erano scelti dai liutai per fare gli strumenti che oggi vengono generalmente identificati come Stradivari, nome che definisce l'eccellenza di questo costruttore». Un rito collettivo, che Mario Brunello ha voluto condividere con i violoncellisti dell'orchestra Villa-Lobos tra cui Anna Campagnaro, Marco Dalsass, Piero Serafin, Alberto De Piero, Simone Tieppo, Massimo Raccanelli.Sono cresciuti tutti insieme alla scuola di Vendramelli ed Egano. Hanno maturato gli stessi valori. E questo viaggio nella pancia del bosco è anche un tributo ai loro maestri.
E. F.
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