IL CASO
VALDOBBIADENE «Una tragedia in cui ci sono precise responsabilità.

Domenica 3 Ottobre 2021
IL CASO
VALDOBBIADENE «Una tragedia in cui ci sono precise responsabilità. Spesso nel rispettare la legge mi sono sentito Davide contro Golia. Benedico il giorno in cui ho tamponato tutti i miei lavoratori». Così Fabio Biancolin, titolare di Lasenpi, azienda di reclutamento di stagionali in agricoltura di preferenza rumeni, commenta la notizia del cluster Covid durante la vendemmia nell'azienda Marsura Natale a Guia di Valdobbiadene e la morte di una lavoratrice stagionale di 48 anni. Gli fanno eco i sindaci di Valdobbiadene e Farra di Soligo. «Quello che temevamo è puntualmente avvenuto. Le aziende e i lavoratori non hanno rispettato le nostre indicazioni alla copertura vaccinale. Un atteggiamento irresponsabile». L'ondata di fango si assesta sulle Colline Unesco nell'ultimo scampolo di vendemmia. E ha il volto di una donna di 48 anni morta nella sua stanza e positiva al Covid. E della sua compagna di vendemmia, 45 anni, ora in terapia intensiva. Ha il volto di un altro connazionale positivo, in un gruppo di quindici persone arrivate a Guia di Valdobbiadene in pullman dalla Romania il 17 settembre senza aver effettuato il vaccino. E, probabilmente, il tampone.
IL NODO
«I rumeni non si vogliono vaccinare - afferma ancora Biancolin -. lo dico con cognizione di causa. Hanno paura che venga loro iniettato veleno. Non c'è verso. Io ho moltissimi operai rumeni. Non si vaccineranno. Piuttosto, perdono il lavoro». L'allarme è scatta venerdì sera dopo che nell'alloggio fornito ai lavoratori dall'azienda agricola, è stato registrato il decesso della donna. «Secondo le testimonianze, stava male- ripercorre Biancolin- come è possibile che nessuno abbia visto nulla, che nessuno abbia allertato la Usl? Purtroppo per alcuni viene prima la raccolta della salute». Biancolin ringrazia l'Usl che ha fatto pressioni alla sua azienda per effettuare i tamponi. «Ma c'è chi non guarda a queste cose, e ora per colpa di pochi verrà gettato discredito su tutta la categoria».
L'IRA DEI SINDACI
Incredulo e addolorato Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene. «Anzitutto c'è il dramma privato, di una donna deceduta e l'apprensione per un'altra in terapia intensiva- scandisce - poi c'è l'incredulità. Abbiamo inviato raccomandazione alle aziende, abbiamo aperto un Covi hotel per tutte le necessità, abbiamo favorito qualsiasi forma di precauzione e tracciamento. È sconcertante la leggerezza, ma è sconcertante anche la normativa. Deve essere introdotto l'obbligo per tutti». Fregonese vuole però anche tranquillizzare la popolazione sull'entità del focolaio. «Già ieri sono stati fatti tutti i tracciamenti e le persone con cui la squadra era venuta in contatto- quindi non c'è al momento pericolo di ulteriori contagi. Ma abbassare la guardia è un gravissimo errore, come dimostrano i fatti». Si dice preoccupato e deluso anche Mattia Perencin, il sindaco che per primo lanciò l'allarme invitando le aziende a fare la giusta profilassi. «Purtroppo si è verificato puntualmente quello che temevamo. È successo quello che non doveva succedere. A fronte di tante aziende ligie, che hanno fatto ciò che c'era da fare, poche altre rischiano di farci ripiombare nel caos». Ad oggi in quarantena ci sono i 13 lavoratori restanti, e 5 tra titolari e dipendenti dell'azienda Marsura Natale. Oggi si avranno nuovi riscontri dal molecolare. Grande preoccupazione arriva anche dalle associazioni di categoria. «Avvieremo già oggi un'indagine interna per capire il reale comportamento delle aziende a fronte delle nostre raccomandazioni- ha spiegato ieri Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Confagricoltura Treviso-Perchè i nostri viticoltori non devono far prevalere la logica del profitto sulla salute». Ora si guarda al 15 ottobre e all'entrata in vigore dell'obbligo di Green pass per i lavoratori agricoli. Ma sindaci e categorie sono compatti. «I controlli andavano fatti prima. E con obbligo di legge». L'eco di questa vicenda rischia di mandare un brutto segnale dal mondo del prosecco. E il mondo di collina insorge. «C'è tanta attenzione da parte delle aziende- conclude un po' in controtendenza Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso- è ingiusto che per pochi debba essere leso il nome del Conegliano Valdobbiadene Docg».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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