IL CASO
TREVISO Tutti contro Davide Visentin, consigliere comunale della Lista

Mercoledì 19 Settembre 2018
IL CASO
TREVISO Tutti contro Davide Visentin, consigliere comunale della Lista dei Quartieri e presidente della Commissione Urbanistica. Il suo nome è finito tra gli imputati di un processo per una rissa accaduta in centro nel 2015, quando un gruppo di appartenenti all'estrema destra avrebbe picchiato due giovani vicini ai centri sociali. Martedì c'è stata la prima udienza, poi sospesa e rinviata. Quanto basta però per far scoppiare il caso. Il centrosinistra è insorto chiedendo le dimissioni del consigliere, ex responsabile trevigiano di Forza Nuova.
L'ATTACCO
«Essere a processo per rissa e minacce aggravate è gravissimo e per affrontare il processo il consigliere Visentin deve dimettersi immediatamente dice il capogruppo del Pd Stefano Pelloni infatti oltre alle responsabilità penali su cui il giudice farà chiarezza, ci sono delle valutazioni politiche ineludibili. Non si è mai visto che in Consiglio Comunale sedesse una persona a processo per aver assistito ad un pestaggio squadrista in otto contro due. In questi casi non può esistere destra o sinistra ma solo senso di responsabilità verso le istituzioni che si rappresentano. Per questo motivo il sindaco Conte dovrebbe pretendere le dimissioni del consigliere Visentin e non difenderlo o coprirlo: deve essere chiaro che significherebbe legittimare la violenza come strumento politico. È stato un errore candidarlo nella lista del sindaco». Luigi Calesso (Unione Civica) rincara la dose: «Il problema non è quello del destino di Visentin nel processo. Il dato politico è la presenza di Visentin in quella occasione, il fatto stesso che abbia assistito al pestaggio senza intervenire o chiamare le forze dell'ordine. Visentin dovrebbe dimettersi immediatamente dal Consiglio Comunale e la maggioranza di centrodestra dovrebbe rimuoverlo dall'incarico di presidente della Commissione Urbanistica, altrimenti si rivelerà complice della permanenza ai vertici del Consiglio Comunale di una persona che è politicamente corresponsabile dei fatti di Ferragosto del 2015».
LA DIFESA
Il sindaco Mario Conte getta acqua sul fuoco: «Visentin non ha partecipato al pestaggio, la fiducia in lui resta invariata. Adesso aspettiamo che sull'episodio si faccia piena chiarezza. Sento l'opposizione fare interventi privi di contenuti politici ma incentrati su quello personale. Mi fanno un po' ridere quando si pensa che, in passato, nella loro maggioranza c'era gente con condanne». E Visentin, dal suo profilo Facebook, ribatte: «Il processo chiarirà che non ho alcuna responsabilità nell'accaduto. Continuerò per 5 anni ad essere una spina nel fianco della sinistra e sopratutto mi preoccuperò di rispettare gli impegni presi. I violenti in città sappiamo tutti dove stanno. Fa specie che chi ora si indigna per la mia presenza nel luogo dei fatti, seppur senza alcuna colpa, sia proprio chi difende Django ed i veri violenti». E Fabio Crea, legale di Visentin sottolinea: «Dal punto di vista processuale le immagini chiariscono che non è stato minimamente coinvolto nell'aggressione alle due persone e quindi c'è alcuna responsabilità penale. Mi stupisce molto invece questo garantismo relativista della sinistra che chiede le dimissioni con accuse pretestuose, strumentali e infondate che cozzano con i principi garantisti che invece sembrano valere per quelli dalla loro parte».
Paolo Calia
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