IL CASO
TREVISO Si è accasciato a terra mentre correva sulla pista d'atletica.

Venerdì 18 Ottobre 2019
IL CASO
TREVISO Si è accasciato a terra mentre correva sulla pista d'atletica. Il suo cuore di giovane atleta aveva smesso improvvisamente di battere. Deve la sua vita al defibrillatore e alla prontezza del presidente della società TrevisAtlatica Rolando Zuccon il 15enne che nel tardo pomeriggio di mercoledì è stato colto da un attacco cardiocircolatorio mentre terminava l'allenamento negli impianti di via Medaglie d'Oro. L'allenatore e il presidente, quest'ultimo in servizio da quasi 40 anni al Suem 118 di Treviso come autista soccorritore, gli hanno prestato aiuto immediatamente utilizzando il defibrillatore in dotazione all'impianto: è bastata una scarica per far riprendere il battito al ragazzo, tuttora ricoverato in ospedale ma già cosciente e fuori pericolo.
L'ALLARME
Il giovane, residente a Preganziol, è caduto a terra verso le 19.30 durante l'ultima corsetta defaticante, l'attività di scarico leggera che chiude gli allenamenti. L'amico che era al suo fianco l'ha visto accasciarsi al suolo. Il 15enne era andato in arresto cardiocircolatorio. Senza un intervento tempestivo, sarebbe morto. E' stato subito dato l'allarme. Sul posto sono accorsi gli allenatori e il presidente Zuccon. Quest'ultimo, resosi conto della gravità della situazione, ha immediatamente cominciato a praticargli il massaggio cardiaco, mentre gli altri sono corsi a recuperare il defibrillatore installato dal Comune nella struttura sportiva e a chiamare il 118. «Il ragazzo stava facendo un'attività post allenamento, molto tranquilla. È andato improvvisamente a terra racconta Zuccon . Ho visto che la situazione era difficile: il giovane aveva perso conoscenza. Ho fatto all'istante la manovra di rianimazione cardio-polmonare e ho chiesto il defibrillatore».
I SOCCORSI
Le persone presenti l'hanno recuperato in pochi istanti. «Dal momento in cui il ragazzo è caduto a quando gli è stato applicato l'apparecchio sono passati due minuti specifica Zuccon dopo la scarica, ha iniziato a riprendersi. Va dato merito anche ai ragazzi che hanno capito la gravità e hanno dato l'allarme». La presenza del defibrillatore negli impianti sportivi è stata fondamentale. In questo caso la prima scossa si è rivelata decisiva. Di seguito è arrivata l'ambulanza con l'auto medica. Il 15enne ha pronunciato le prime parole quando lo stavano per caricare sulla barella. «Posso andare con le mie gambe», ha detto. Gli operatori con un sorriso gli hanno risposto che era meglio di no. Adesso il ragazzo si trova nell'unità coronarica dell'ospedale di Treviso. Bisogna capire il motivo di quel cortocircuito al cuore. Ma si sta riprendendo. Le sue condizioni sono buone. Nessuno poteva immaginare un problema del genere per un giovane da sempre impegnato nello sport e risultato idoneo a tutte le visite sportive obbligatorie per l'attività agonistica. Solamente domenica, tre giorni prima del malore, aveva preso parte a una gara di lancio del disco e del peso, tra l'altro raggiungendo il podio. «Questo dimostra che ciò che può fare qualunque cittadino che si trovi davanti a situazioni del genere è enormemente importante sottolinea il presidente di TrevisAtletica poi ci sono gli operatori del Suem. L'importante, però, è riuscire a intervenire subito«.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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