IL CASO
TREVISO Oggi il cambio della guardia ufficiale all'Israa: escono Luigi

Lunedì 27 Gennaio 2020
IL CASO
TREVISO Oggi il cambio della guardia ufficiale all'Israa: escono Luigi Caldato e il suo cda, entra il nuovo presidente Mauro Michielon e la sua squadra di consiglieri. Dopo mesi di voci, ipotesi e tensioni, alla fine ogni tassello va al proprio posto. Ma non senza polemiche. Caldato lascia perché silurato dalla Lega, soprattutto, che non gli ha perdonato un paio di questioni: non aver apertamente appoggiato il cambio di Statuto - in particolar modo la norma che, pur mantenendo cinque consiglieri, ha ridotto quelli nominati dal Comune da 4 a 2 affidando i due nomi sottratti alla nomina diretta dell'Usl - e aver reso il cohousing troppo costoso. Inoltre, la grande collaborazione con il precedente sindaco Giovanni Manildo non ha aumentato i suoi punti agli occhi dei falchi del Carroccio e a poco, da questo punto di vista, sono serviti i buoni rapporti instaurati anche con l'attuale primo cittadino Mario Conte. Un cambio che, comunque, sta facendo discutere. Ed è proprio l'ex sindaco Manildo, via Facebook, a difendere Caldato condannando la tendenza della politica a occupare certi ruoli badando soprattutto all'appartenenza.
LO SFOGO
«La politica che non mi piace - attacca Manildo - un altro episodio, ho perso il conto di che puntata è. Luigi Caldato non è più presidente dell'ISRAA. La motivazione lascia basiti: l'appartenenza a una parte è più importante che il servizio a una comunità. Lavorare con tutti con senso istituzionale per il bene di una comunità per qualcuno e' una pecca: che grande tristezza». L'ex primo cittadino non accusa Michielon, ma ritiene che Caldato avrebbe potuto continuare a ricoprire il suo ruolo: «Non ho nulla contro Michielon (qualcuno dice che con la montatura nera degli occhiali ci assomigliamo: spero che nessuno del Suo partito lo siluri per eccessiva somiglianza a Manildo), ma il suo incarico a Poste Pay poteva essere sufficiente e Luigi Caldato avrebbe potuto continuare a fare bene il suo lavoro. Un lavoro per tutti i cittadini, fatto con passione, umanità e servizio».
«NON SONO COSÌ»
E tornando alla politica che non piace, Manildo ricorda quando lui non si fece problemi a nominare un leghista ai vertici di una partecipata guardando solo alle competenze: «Passione, umanità e servizio, doti che qualche tempo fa avevo visto nel consigliere Antonio Dotto (sicuramente non della mia parte politica) e l'avevo confermato alla Presidenza dell'IPA Appiani, tra i risolini di qualche Leghista che mi considerò un pazzo. La cosa triste è che in questa politica che non mi piace non vincono competenza, passione e servizio ma cieca appartenenza. Mi dispiace Gigi, hai fatto un lavoro ottimo e indimenticabile per amore della nostra città».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci