IL CASO
TREVISO Litiga con un collega e minaccia di far saltare tutti in aria

Giovedì 18 Aprile 2019
IL CASO
TREVISO Litiga con un collega e minaccia di far saltare tutti in aria con una cintura esplosiva. Fortunatamente si trattava solo di un falso allarme, ma le parole scappate dalla bocca di un 57enne marocchino che lavora nel Mantovano ha fatto scattare una serie di controlli da parte della Digos che hanno riguardato anche la Marca, dove l'operaio risulta ancora residente. Controlli risultati negativi ma dopo i quali è comunque stata presentata nei confronti del 57enne una denuncia per minacce aggravate.
LA DISCUSSIONE
L'episodio risale a martedì mattina ed è avvenuto all'interno dello stabilimento Iveco di Suzzara, in provincia di Mantova. È qui che il 57enne di origini marocchine risulta domiciliato anche se ha mantenuto la residenza a Treviso, dove si trova la sua abitazione. L'uomo, al culmine di un litigio con un collega, è arrivato a paventare l'ipotesi di un attacco terroristico: «Ho una cintura esplosiva addosso, vi faccio saltare tutti» ha ripetuto più volte facendo scattare l'allarme all'interno dello stabilimento. Il collega, che lavorava con il 57enne alla linea di produzione, ha subito informato la direzione e in azienda si sono subito precipitati gli agenti della polizia di Stato. L'operaio magrebino non indossava alcun ordigno nè armi o altri tipi di esplosivo.
CONTROLLI A TAPPETO
La Digos e la Procura di Mantova, nonostante il falso allarme, non hanno preso il gesto alla leggera e hanno fatto scattare una serie di controlli sul 57enne. È stata perquisita l'abitazione in cui si è trasferito l'operaio, a Suzzara, così come la casa di Treviso dove l'uomo risulta tuttora residente. Gli agenti cercavano armi ed esplosivi, oppure la cintura di cui aveva parlato l'operaio, ma l'esito delle perquisizioni è stato negativo. Ora per il 57enne potrebbero esserci ripercussioni pesanti: oltre alla denuncia per minacce aggravate, la direzione dell'Iveco dovrà valutare se prendere altri provvedimenti nei suoi confronti. Di certo rischia il posto di lavoro. Nei suoi confronti, inoltre, verranno effettuati ulteriori accertamenti per capire se le sue esternazioni siano state un semplice raptus, oppure se l'operaio abbia in effetti seguito un percorso di radicalizzazione che potrebbe averlo avvicinato a posizioni estremiste. Un lavoro che coinvolgerà di certo anche gli agenti della questura di Treviso, dalla Digos all'Ufficio Immigrazione.
A.Belt
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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