IL CASO
FARRA DI SOLIGO Una festa di carnevale. Organizzata, in casa, da alcune

Venerdì 26 Febbraio 2021
IL CASO
FARRA DI SOLIGO Una festa di carnevale. Organizzata, in casa, da alcune famiglie dopo il divieto da parte del preside di svolgerla a scuola. Dietro il cluster di Farra di Soligo che, due giorni fa, ha fatto decidere all'Usl di Treviso di chiudere la scuola elementare del comune e mettere in quarantena tutte le 10 classi del plesso, sta la decisione di un gruppo di genitori che, contravvenendo alle niet della scuola per una mascherata in orario scolastico, ha scelto di organizzare per i figli un pomeriggio in maschera portando il contagio a diffondersi in tutte le classi e in tutte le famiglie. Morale? Venti alunni e quattro insegnanti positivi su circa 140 tamponi effettuati. Si attende inoltre la refertazione di altri 60 tamponi, ma all'appello mancano 15 ragazzini non tamponati a causa del rifiuto da parte dei genitori. Le famiglie che hanno rifiutato i tamponi sono state poste in quarantena assieme ai bambini.
LA DIFFUSIONE
Non è tutto: l'onda lunga del contagio sta iniziando a correre. Arrivando subito alle elementari di Col San Martino (2 classi in monitoraggio) e alle scuole medie di Farra, con tre classi osservate speciali: due in quarantena e una in monitoraggio. Poi all'istituto Casagrande di Pieve di Soligo dove il preside ha posto in isolamento una classe di 24 ragazzi sottoposti ieri a tampone perchè tra i piccoli contagiati nel cluster c'è anche il fratello di un alunno dell'istituto. Infine si è aggiunta in monitoraggio anche una classe di una superiore di Conegliano anch'essa frequentata da contatto di positivo di Soligo. Il tracciamento tuttavia non è completo: senza gli ultimi 15 tamponi, l'azienda sanitaria non è in grado di allargare lo spettro a tutte le possibili situazioni di trasmissione.
LO SFOGO
«Irresponsabili». Così il sindaco di Farra di Soligo e il direttore dell'Usl Francesco Benazzi si rivolgono ai genitori che, in barba ai protocolli e alle regole, hanno sfidato divieti e allarmi radunando un numero importanti di bambini in una casa privata. In un momento in cui, anche in conseguenza della riapertura delle scuole e dei locali, la curva sta risalendo. Increduli sia i dirigenti, sia le autorità sanitarie per un gesto incomprensibile, che si assomma al rifiuto di sottoporre i propri figli a tampone e sembra per la prima volta spezzare l'asse di cooperazione tra docenti, azienda sanitaria e famiglie. «È un fatto molto grave, soprattutto perchè la festa sarebbe stata organizzata dai genitori, che dovrebbero avere come primo obiettivo la tutela della salute dei figli sottolinea il commissario, Francesco Benazzi -. La festa, a quanto ci è stato riferito, è stata organizzata dopo che la scuola aveva ribadito come in periodo Covid non fosse opportuno dar vita a iniziative che avrebbero originato assembramenti. Purtroppo, ancora una volta, a fronte di scuole nelle quali tutte le regole vengono rispettate e fatte rispettare, assistiamo a casi originati da comportamenti assolutamente irresponsabili nel pre e post scuola. Faccio appello allo responsabilità di tutti affinché simili situazioni non si ripetano: dobbiamo rispettare le regole osservando il distanziamento, utilizzando la mascherina e igienizzando le mani. Se non rispettiamo le regole il virus, in particolar modo ora che siamo alle prese con la variante inglese, riprenderà a correre e causerà nuove chiusure che penalizzeranno tutti. Un appello va rivolto anche a coloro che rifiutano i tamponi: fare un tampone è come misurarsi la temperatura quando si sta male, non comporta alcun rischio ma, anzi, è fondamentale per fare diagnosi e per proteggere noi stessi e chi ci sta intorno».
LA LETTERA DEL SINDACO
Il sindaco Mattia Perencin si dice senza parole. Due giorni fa ha inviato, insieme alla dirigente scolastica Salvatrice Faraci, un appello al buonsenso a tutte le famiglie del comune. «Non negate il consenso al tampone, collaborate. Solo con la convergenza di sinergie si riuscirà ad uscire tutti insieme dalla pandemia in atto». Ma oggi si trova a fronteggiare uno scherzo di cattivo gusto, diventato uno dei focolai più impegnativi della provincia. Elena Filini
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