Il caso diamanti: l'unica soluzione è trattare con le banche

Sabato 10 Novembre 2018
Il caso diamanti: l'unica soluzione è trattare con le banche
IL CASO
TREVISO Ormai la via pare segnata: per recuperare qualcosa del proprio investimento in diamanti, una moda scoppiata nel 2016, venduta come investimento dalla rendita altissima e immediata e poi rivelatasi un buco nell'acqua clamoroso, la strada della querela per truffa non porta da nessuna parte. Meglio affidarsi a una trattativa condotta da avvocati esperti, in grado di dialogare con gli istituti bancari e portare a casa il più possibile di quanto investito.
IL CAPITALE
Il caso è noto: nel 2016 i primi investitori, seguendo il consiglio di alcune banche che indicavano il diamante come un bene rifugio sicuro e redditizio, si ritrovarono invece tra le mani un bene sicuramente prezioso, ma valutato fino a 4 volte in più il reale valore di mercato. Fioccarono denunce ed esposti in tutta Italia, Marca compresa, e la vicenda finì sotto la lente d'ingrandimento dei media. Subito fu chiara una cosa: l'estrema difficoltà sia di procedere con le azioni giudiziarie, sia ottenere un rimborso dei soldi persi. In molti pensarono di aver perso tutto o quasi: diamanti pagati 90mila euro a un esame approfondito, dimostrano di valerne non più di 15mila.
L'ESPERTO
L'avvocato trevigiano Enrico Cavallin si è specializzato in questi casi e per ottenere qualcosa ha scelto proprio la via della trattativa. In estate è riuscito a far recuperare a una propria cliente l'intera somma investita, 180mila euro, caso unico in Italia, convincendo la banca che aveva sponsorizzato l'investimento a ricomprarsi i diamanti. E adesso sta concludendo la stessa operazione con altri cinque investitori trevigiani, che si porteranno a casa dal 50 al 60% di quanto investito, tenendosi però i diamanti che, comunque, qualcosa comunque valgono. Ogni altra soluzione si è rivelata praticamente inefficace: la via del tribunale ha portato a risarcimenti minimi, ben lontani dai capitali investiti.
IL FLOP
Quell'investimento definito sicuro, al punto che tante banche avevano prestato un ufficio delle loro sedi per ospitare i consulenti, si è rivelato un clamoroso flop. Quei diamanti venivano valutato in un listino chiuso, impermeabile alle oscillazioni del mercato reale. Il bubbone è scoppiato quando qualcuno ha pensato di vendere i propri preziosi, scoprendo che valevano anche il il 40-50%, e in alcuni casi anche di più, in meno di quanto avevano pagato. Per tanti risparmiatori, che avevano investito somme ingenti, si è trattato di un vero e proprio choc. Tra le tante soluzioni tentate per recuperare almeno l'investimento iniziale, quella che sembra funzionare è solo della trattativa bonaria con il proprio istituto di credito di riferimento. E in tanti stanno intraprendendo questa via.
P. Cal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci