Il capannone di Antiruggine chiude i battenti

Giovedì 13 Dicembre 2018
Il capannone di Antiruggine chiude i battenti
CASTELFRANCO
Undici anni di cultura formato capanòn. Ma da gennaio Antiruggine, la sala da concerto di Mario Brunello ricavata da un vecchio capannone industriale, chiuderà i battenti. L'annuncio a sorpresa è arrivato lunedì sera al termine di un concerto di Andrea Lucchesini. Con commozione il violoncellista castellano e la moglie, presidente dell'associazione e anima organizzativa del luogo, hanno anticipato la decisione al pubblico. «Chiudiamo il capannone, ma non faremo morire lo spirito di Antiruggine», ha chiarito Brunello al pubblico spaesato. «Vogliamo realizzare una stagione itinerante, trovare nuovi luoghi e nuovi modi per portare in giro la nostra idea di cultura», ha sottolineato poi D'Andrea.
SORPRESA MARA
Ma nessuno si aspettava una decisione di questo tipo. «È stata un'esperienza bella ma impegnativa - ha aggiunto D'Andrea - ma è arrivato il momento di ripensarla». Era arrivato nel sonnolento ambiente culturale della provincia come l'idea che mancava. Nel 2007 Antiruggine fu davvero l'antidoto alla ruggine del cervello. Concerti senza un'ossatura di stagione, modalità di comunicazione per newsletter, ingresso responsabile, pile di sedie che si sistemavano e si riammonticchiavano, calici di vetro portati da casa. Il pubblico trovò un luogo lontano dalle convenzioni dove fare esperienze musicali e culturali molto belle. Arrivarono Capossela, Bosso, Baricco, Zagrebelsky. Come l'antiruggine toglie le incrostazioni dal ferro, così la musica dovrebbe togliere quelle mentali. Sotto il capannone vigeva la regola della contaminazione tra le più differenti espressioni dell'arte, con l'obiettivo di aprire il pubblico a una diversa idea di performance artistica, molto più libera di quella sempre un po' ingessata delle sedi più istituzionali. Non c'è un calendario fisso, ci si affida soprattutto agli artisti di passaggio.
SENZA RETE
All'Antiruggine si fondono musica e letteratura, cinema e poesia, arte figurativa e paesaggio, si abbattono le barriere che dividono gli uomini dal sapere e ciascun sapere dall'altro. «Abbiamo sempre invitato artisti amici, ritenevamo giusto che essere qui con noi fosse un piacere» riprende Arianna. Il pubblico ha amato l'atmosfera irrituale e confidential del luogo. Musica spiegata, molte prove generali: il pubblico ha sempre risposto con calore. Per questo lo stop arriva in maniera improvvisa. «Ci prenderemo una pausa - concludono i coniugi Brunello - e poi torneremo». Insomma le serrande abbassate sono solo quelle del capannone. Anche se la filosofia che anima Antiruggine continuerà, ma il territorio deve fare i conti con un'officina di cultura che chiude i battenti.
EF
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