IL BILANCIO
TREVISO Sono stati 13 i bambini trevigiani colpiti dal coronavirus

Lunedì 6 Luglio 2020
IL BILANCIO
TREVISO Sono stati 13 i bambini trevigiani colpiti dal coronavirus dall'inizio dell'epidemia ad oggi, tra i quasi 115mila under 14 della Marca. Poco meno dello 0,5% dalle oltre 2.660 positività al Covid-19 confermate dalla fine di febbraio. Tre dei piccoli pazienti in questione sono stati ricoverati in ospedale: uno è stato trasferito nell'unità di Pediatria di Padova a causa della combinazione tra il coronavirus e altre patologie croniche, un altro è stato ricoverato nell'unità di Pediatria dell'ospedale di Treviso e l'ultimo è rimasto sotto osservazione per 48 ore nel settore Obi, dedicato proprio all'osservazione breve intensiva, nello stesso ospedale di Treviso. Per gli altri è scattato solamente l'isolamento domiciliare, monitorato a distanza dai servizi dell'azienda sanitaria. La buona notizia è che tutti e 13 sono guariti: si sono messi l'infezione alle spalle. E tra le persone che in questi giorni stanno combattendo contro il Covid-19 non c'è nessun bambino o ragazzo con meno di 14 anni. «Sono dati significativi», sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca. Che per la verità sembrano un po' stridere con la tortuosa definizione delle linee guida, non ancora ufficializzate dal governo, per il ritorno degli studenti sui banchi con l'inizio del nuovo anno scolastico a settembre.
IL NODO
Il nodo riguarda in particolare il rispetto della distanza anti-contagio. Se verrà confermata di un metro tra un banco e l'altro, bisognerà trovare spazi aggiuntivi esterni alle scuole per il 20% degli studenti delle superiori trevigiane: vuol dire circa 8mila su oltre 40mila. Se invece si sceglierà di imporre una distanza di due metri, le aule verrebbero sostanzialmente dimezzate. E trovare posto per tutti diventerebbe una missione praticamente impossibile. «La sicurezza deve esserci. Su questo non c'è alcun dubbio avverte Benazzi allo stesso tempo, però, bisogna stare attenti a non esasperare le cose».
SISTEMA IMMUNITARIO
Come mai fino a questo momento solo un numero relativamente basso di bambini è stato colpito dal coronavirus, sviluppando tra l'altra problemi mediamente non gravi? «Le ipotesi riguardano l'infettività: il virus si deve legare con una proteina che nei bambini è immatura ha fatto il punto Liviana Da Dalt, medico trevigiano, direttrice della super Pediatria dell'azienda ospedaliera di Padova i bambini poi sono molto più esposti a tutte le infezioni delle vie aeree: ci potrebbe essere una competizione tra i vari virus. La risposta del sistema immunologico del bambino potrebbe essere un'altra spiegazione: questa risposta è alta e quindi il bambino è più protetto dell'adulto». Resta il fatto che se contagiati possono comunque diffondere il coronavirus. «Anche i bambini sono contagiosi. Anche quelli asintomatici ha sottolineato sempre Da Dalt ma la contagiosità del bambino è più bassa: ha una carica virale minore».
I NUOVI SETTORI
In ogni caso l'Usl della Marca ha deciso di prepararsi a un'eventuale seconda ondata dell'epidemia nel corso del prossimo autunno, che tutti sperano non arrivino mai, allestendo un nuovo settore Covid isolato, con pressione negativa per scongiurare ogni rischio di diffusione del virus, all'interno dell'unità di Pediatria dell'ospedale di Treviso. L'intervento fa parte del piano da quasi 2,5 milioni di euro che comprende anche la creazione di un settore Covid con pressione negativa con 20 posti letto nella Pneumologia di Treviso, la realizzazione di un nuovo reparto Covid isolato con 10 posti letto a Montebelluna, la costruzione di una nuova Terapia intensiva con 12 posti letto a ridosso del reparto di Malattie infettive a Treviso e, infine, l'allestimento di una nuova unità di Terapia intensiva con quattro posti letto nell'ospedale di Vittorio Veneto.
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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