I video delle violenze: «Genitori conniventi»

Venerdì 12 Luglio 2019
L'INCHIESTA
PIEVE DI SOLIGO Scarsamente credibili, tese a minimizzare i fatti e ai limiti del favoreggiamento. Così il gip Gianluigi Zulian, nell'ordinanza con cui dispone il divieto di dimora nella provincia di Treviso a Omar Faruk - ma la Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere - definisce le versioni date dai genitori dei 20 bambini, tutti tra i 5 e i 10 anni, che l'imam della moschea di Pieve di Soligo picchiava quando non riuscivano a recitare i versetti coranici a memoria o non si comportavano come buoni musulmani. Sono scarsamente credibili - scrive il giudice delle indagini preliminari - a fronte degli obiettivi esiti traumatizzanti e del grave turbamento emotivo che sfocia in crisi di pianto e attacchi di vomito. Le versioni propugnate dai genitori delle vittime, sottolinea il giudice, sono soprattutto minimizzanti fino al negazionismo, ai limiti del favoreggiamento. Ancorché posti di fronte ai segni delle percosse subite dai figli, pur di negare le evidenze hanno adotto davanti alle insegnanti di non capire bene quanto veniva loro raccontato a causa di difficoltà a comprendere la lingua italiana. E in un successivo passaggio li definisce conniventi e omertosi. Ma se da un lato i papà e le mamme delle vittime di Faruk sembrano condividere i barbari metodi correttivi utilizzati dall'uomo, a scuola gli insegnanti si preoccupano per quei lividi sui corpi dei bambini e per lo stato di forte disagio psicologico accusato da alcuni di loro e sporgono denuncia.
LE INTERCETTAZIONI
Quella che nell'ordinanza del gip viene definita la sistematicità degli atti vessatori emerge peraltro in tutta la sua drammaticità dall'attività di intercettazione ambientale che viene svolta dai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Vittorio Veneto. Le telecamere i microfoni nascosti si accendono per la prima volta il 20 giugno. Sono passate da poco le 14 quando il 36enne inizia la verifica a cui sottopone otto bambini, che iniziano a recitare il Corano. Li chiama davanti a sé e comincia a prenderli a schiaffi sul viso. Ad uno tira le orecchie. Le immagini riprendono una scena agghiacciante: Faruk picchia il bambino, che ha non più di 7 anni, mentre questo tenta inutilmente di ripararsi dalle percosse. Poi l'imam si accanisce contro un altro, prendendolo per il bavero, strattonandolo e poi tirandogli schiaffi. Infine lo strattona nuovamente, questa volta afferrandogli l'orecchio sinistro. C'è anche una bambina tra le vittime di quella violenza, a cui tira uno schiaffone sulla testa. Uno dei maschietti presenti sembra dire qualche cosa, forse per difendere l'amica. Stai zitto gli urla Faruk, che lo sbatte a terra trascinandolo per i capelli. Nelle intercettazioni finiscono il pianto disperato del bambino e il rumore delle sberle. Poi l'Imam tira fuori una rivista da una busta di plastica e la usa per picchiare lo stesso bambino, che sta ancora piangendo. Sono passati in tutto 37 minuti dall'inizio della lezione, una mezzora di violenza sconvolgente.
IL TERRORE
Il giorno dopo, intorno all'ora di cena, il 36enne se la prende invece con un allievo accusato di aver rubato il Corano ad una delle ragazze. Nelle immagini delle telecamere nascoste si vede l'imam gesticolare come se avesse in mano un coltello. Le orecchie così ti tagliamo dice al ragazzino, che lo fissa terrorizzato. Le intercettazioni proseguono fino al 24 giugno. Ogni giorni la stessa storia: bambini costretti a stare a terra in ginocchio, lui che passa tra di loro con un bastone di circa mezzo metro di lunghezza con del nastro adesivo arrotolato intorno, altre volte con verghe anche di un metro e trenta centimetri che finisco con una estremità appuntita. Fissa i bambini e li picchia sulla testa, sulle spalle, sulle gambe, obbligandoli ad abbassare la testa. Il rumore dei colpi è impressionante e fa capire la violenza con cui vengono inferte le botte. Alcuni video mostrano i piccoli in lacrime che si sfregano gambe e braccia martirizzate da quelle bastonate. Omar Faruk mette le mani addosso ai bambini anche in presenza dei genitori. Come la sera di lunedì 24 giugno, quando intorno alle nove una ventina di adulti con i loro figli entrano nella sala adibita a moschea per la preghiera. L'imam si avvicina fermandosi davanti ad un bambino che due ore prima aveva bastonato sulle spalle e, davanti a tutti, gli tira una manata in faccia facendolo barcollare. Nessuno dice o fa nulla per difenderlo. Omar Faruk comparirà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia il prossimo 17 luglio.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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