I TESTIMONI
MORIAGO DELLA BATTAGLIA «Abbiamo sentito delle grida e visto

Giovedì 24 Giugno 2021
I TESTIMONI MORIAGO DELLA BATTAGLIA «Abbiamo sentito delle grida e visto
I TESTIMONI
MORIAGO DELLA BATTAGLIA «Abbiamo sentito delle grida e visto due sagome in lontananza. Abbiamo subito capito che si trattava di un'aggressione e ci siamo subito diretti verso di loro». L'azione omicida di Fabrizio Biscaro ha avuto due testimoni oculari. Due persone che stavano passeggiando lungo il Piave all'Isola dei Morti. Sono stati loro a chiamare i soccorsi, e a tentare di aiutare Elisa Campeol prima dell'arrivo dei sanitari. Sempre loro sono stati i primi a trovarsi di fronte a una scena orribile. Il sangue della giovane era ovunque. «Abbiamo visto una persona fuggire» hanno detto ai soccorritori prima e ai carabinieri poi. Non sapevano che nel frattempo il 34enne di Col San Martino si era già costituito. Fino all'ultimo hanno sperato che il loro intervento fosse servito a salvare la vita alla 35enne di Pieve di Soligo. Sconvolti e sotto choc, hanno anche assistito alle manovre di rianimazione effettuate dai sanitari del Suem 118, atterrati sul greto del Piave con l'elicottero. Sforzi purtroppo vani: i fendenti sferrati da Biscaro, almeno una decina, non hanno lasciato scampo alla vittima, scelta a caso dal killer che doveva «sfogare una rabbia incontenibile», come da lui stesso ammesso durante l'interrogatorio.
IL DRAMMA
L'Isola dei Morti, soprattutto nei weekend, è un luogo di memoria molto frequentato. Anche ieri, dopo che i carabinieri hanno chiuso l'area per permettere agli inquirenti di effettuare i rilievi, al pm di turno di dare il via libera per la rimozione della salma e al medico legale di accertare il decesso, diversi gruppi di persone sono giunti nel parcheggio posto all'ingresso del percorso storico-naturalistico venendo però respinti. L'accesso era off limit. Ma lungo il Piave, prima del delitto, c'erano molte altre persone. Qualcuno, inconsapevolmente, potrebbe avere anche incrociato Biscaro mentre, a piedi, tornava verso la sua auto. Una circostanza che dovranno appurare gli investigatori: il loro eventuale racconto potrebbe chiarire alcuni aspetti ancora non chiari della furia omicida del 34enne. Anche le due persone che per prime sono intervenute nel disperato tentativo di salvare la vita a Elisa sono state sentite dai carabinieri. Non è escluso che, smaltito lo choc, vengano riconvocate per fornire una versione più dettagliata dei fatti.
LE INDAGINI
La Procura ha già aperto un fascicolo per omicidio volontario aggravato. Al momento non è contestata la premeditazione. Prima c'è da chiarire dove Fabrizio Biscaro abbia passato la notte di martedì. I suoi genitori infatti non l'hanno visto tornare a casa e ieri mattina ne avevano segnalato la scomparsa ai carabinieri di Col San Martino, giusto qualche ora prima che il 34enne sfogasse la sua rabbia contro Elisa Campeol. Erano presenti anche loro ieri pomeriggio in caserma a Valdobbiadene, dove Biscaro è stato interrogato prima del trasferimento, in stato di fermo, nel carcere trevigiano di Santa Bona. Non si sa se abbiano avuto modo di scambiare due parole con lui. Di certo l'hanno visto dal finestrino dell'auto dei carabinieri. Era seduto sul sedile posteriore, con la mascherina su naso e bocca e lo sguardo basso, perso nel vuoto. Forse lo stesso vuoto che gli ha armato la mano. L'auto del 34enne, una Volkswagen Polo nera, è stata messa a disposizione degli inquirenti per essere perquisita. Formalmente non è ancora sotto sequestro solo per una questione di procedura. Così come il telefono cellulare del killer e il suo computer: la speranza degli inquirenti è quella di trovare tra quei file qualche indizio in più per dare una spiegazione a una tragedia del genere.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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