I sindacati: «Massimo ha sbagliato» L'avvocato: «No, e faremo appello»

Giovedì 20 Maggio 2021
I sindacati: «Massimo ha sbagliato» L'avvocato: «No, e faremo appello»
IN AULA
TREVISO «Non capisco...ma davvero sono stato condannato?». C'è un misto di stupore e sbigottimento nell'espressione di Massimo Zen, 49enne guardia giurata della Battistolli, alla lettura della sentenza da parte del giudice per l'udienza preliminare Piera De Stefani: nove anni e sei mesi di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche e lo sconto di un terzo per il rito, un risarcimento da stabilirsi in sede civile e una provisionale di 180mila euro, immediatamente esecutiva, in favore dei fratelli e del padre di Manuel Major (costituiti parte civile e difesi dall'avvocato Fabio Crea), il 36enne giostraio che la notte del 22 aprile 2017 venne ferito mortalmente dal colpo di sparato dalla pistola Glock di Zen. «È una sentenza - spiega il legale del ranger Daniele Panico - di cui vogliamo leggere le motivazioni e per la quale sicuramente ricorreremo in appello. C'erano tutti gli elementi per riconoscere a Massimo Zen la legittima difesa, ha protetto la sua incolumità dalla macchina dei banditi che si stava dirigendo contro di lui».
DIVISIONI
Il mondo delle guardie giurate si spacca di fronte all'esito del processo di primo grado. Il fronte spontaneo degli innocentisti si era già fatto sentire al tempo delle richieste del pubblico ministero. Frasi pesanti, del tipo «Questo succede solo in Italia! La legge sempre dalla parte due delinquenti» o anche «sono con te Massimo, ma abbiamo una giustizia che tutela solo la delinquenza». Un coro da cui si smarcano i sindacati di categoria: «La condanna per omicidio volontario è legalmente ineccepibile - afferma Albero Irone della Filcams Cgil - Zen ha fatto qualche cosa che non doveva». «Massimo ha sbagliato - spiega Rosario Gambino, Fisascat Cisl - Le sue azioni sono forse state condizionate da turni massacranti ma quella manovra è stata del tutto sconsiderata, per non parlare poi del fatto che ha sparato ad altezza uomo contro una persona che, stando alle indagini, era totalmente disarmato».
LA RICOSTRUZIONE
In aula l'accusa del sostituto procuratore Gabriella Cama, che era di omicidio volontario e per la quale aveva chiesto una condanna a 14 anni, è stata confermata. La guardia giurata, avvisata dalla centrale che ascoltava furtivamente i carabinieri attraverso uno scanner, si trova a Barcon di Vedelago quando realizza di avere dietro di sé l'auto in cui a bordo ci sono Manuel Major, Jody Garbin e Euclide Major che fuggono inseguiti dai militari dell'Arma dopo aver messo a segno alcuni colpi ai danni di postazioni bancomat. Zen ferma l'auto e la mette di traverso in mezzo alla carreggiata e aspetta. All'arrivo dei malviventi spara i tre colpi di pistola ma lo fa, sarà appurato nel corso del processo, quando la vettura che gli stava andando incontro ha già scartato a sinistra per evitarlo, tanto che i proiettili, compreso quello che centra Major, partono da una posizione laterale. La versione del ranger è invece quella secondo cui la Bmw dei banditi lo stava speronando e che dall'abitacolo avrebbero fatto fuoco contro di lui.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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