I PUNTI
TREVISO Il coronavirus sta mettendo a dura prova le scuole. Ad oggi

Lunedì 28 Settembre 2020
I PUNTI TREVISO Il coronavirus sta mettendo a dura prova le scuole. Ad oggi
I PUNTI
TREVISO Il coronavirus sta mettendo a dura prova le scuole. Ad oggi nella Marca sono in quarantena 372 bambini e ragazzi, più altre 26 persone tra insegnanti e personale scolastico. L'ultimo isolamento, in ordine di tempo, è quello alle elementari De Amicis in centro città.
TAMPONI E ISOLAMENTI
Che test vengono usati oggi? Quando scatta la quarantena dell'intera classe? Al momento i controlli sui casi sospetti in ambito scolastico possono essere eseguiti solo con il tampone tradizionale processato in biologia molecolare. E' il gold standard: l'esito arriva generalmente in un paio di giorni, ma è certo. Quando viene confermata la positività di un alunno, scatta la quarantena per l'intera classe che ha frequentato nei giorni precedenti. Di seguito interviene la task force dell'Usl, chiamata a contattare tutte le persone coinvolte e a organizzare i tamponi di controllo. Il rientro a scuola è consentito solo quando i test danno esito negativo. Ci possono essere casi di positività senza l'isolamento della classe? Si. Quando la carica virale riscontrata nella persona colpita dal Covid-19 è estremamente bassa, l'Usl la inserisce tra i soggetti non contagiosi. In questa situazione scatta l'isolamento per chi è risultato positivo, ma non viene disposta la quarantena per la classe di appartenenza. «E' accaduto con due bambini rivela Roberto Rigoli, direttore del centro di Microbiologia di Treviso sono risultati positivi, ma con una carica virale bassissima ed evidenziando un solo gene dei tre che vengono ricercati. In questi casi si è di fronte a quelli che potremmo chiamare pezzettini di virus». Cosa che non è associata alla presenza di infettività.
I PEDIATRI
Perché i pediatri inviano i bimbi con sintomi simil influenzali a fare i tamponi nei punti dell'Usl? Perché, in assenza di un accordo diverso, è ciò che prevedono le linee guida nazionali. Il rapporto 58 dell'Istituto superiore di sanità dice che davanti anche a un solo sintomo compatibile con l'infezione da coronavirus, tosse, raffreddore, febbre, i genitori devono tenere i figli a casa, informare la scuola e il pediatra. E quest'ultimo, davanti a un caso sospetto di Covid-19, è tenuto a trasmettere tempestivamente la richiesta del tampone al dipartimento di Prevenzione dell'Usl. Ecco perché si sono formate lunghe code davanti ai punti tampone dell'azienda sanitaria. L'Usl auspica un innalzamento del livello dei sintomi simil influenzali per definire i casi sospetti. Ad oggi, però, ne basta anche solo uno.
I CONTAGI
Quanti bambini sono risultati positivi tra quelli che hanno fatto il test ai punti drive-in? Pochissimi. Dall'inizio della scuola, il 14 settembre, ad oggi sono stati controllati 3.322 minori. E solamente due sono risultati positivi. Lo 0,06%. Attualmente si lavora con maglie strettissime per individuare pochi casi. Lo dimostra anche il fatto che non è ancora mai emerso un contagio avvenuto direttamente all'interno di una classe. Solo così, però, si può continuare ad arginare il numero delle positività. Il vero obiettivo sta nel velocizzare i controlli, ovviamente senza rinunciare all'attendibilità.
I CONTROLLI
I tamponi rapidi sviluppati a Treviso, eseguiti semplicemente strizzando il tampone faringeo in una saponetta, possono essere usati nelle scuole? Al momento no. Servirebbe una revisione della linee guida da parte del ministero o un provvedimento della Regione. Poi dovrebbe essere richiesta l'autorizzazione preventiva a tutti i genitori. E' il sistema al quale punta l'Usl per limitare le quarantene di intere classi a partire dal mese di ottobre. L'idea è di reagire in tempo reale a fronte della positività di uno studente, andando a testare tutti i compagni di classe nella stessa giornata, prima del suono dell'ultima campanella. Se i controlli si rivelassero tutti negativi, la sezione potrebbe continuare le proprie normali attività a scuola, senza alcun isolamento. «Con il sistema attuale avverte Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl rischiamo si ritrovarci con le scuole chiuse nel giro di un mese». Sono possibili altre strade per introdurre i tamponi rapidi? Sì. L'Usl sta valutando la possibilità di inquadrarli come screening.
IPOTESI SCREENING
I tamponi rapidi vengono già usati nelle aziende, nelle case di riposo e nei punti ad accesso diretto. «Per gli screening non servono autorizzazioni da parte del ministero fa notare Benazzi si tratta di applicare anche alle scuole il sistema di controlli già utilizzato nei punti drive-in. E' una questione di sanità pubblica. Altrimenti non potremmo fare i test rapidi nemmeno ai minori che si rivolgono ai nostri punti ad accesso diretto». Questo permetterebbe una grande scrematura: solo i tamponi rapidi con esito positivo, infatti, dovrebbero poi essere confermati dal tampone in biologia molecolare. Perché non sono i pediatri a fare direttamente i tamponi rapidi ai bambini? Non è ancora stato trovato un accordo. I pediatri si sono detti disponibili a effettuare i tamponi rapidi sui bambini, ma non nei loro ambulatori, per non alzare il rischio di contagio dove vengono visiti tutti i pazienti. Le stime dicono che ogni pediatra potrebbe dover fare una decina di test al giorno. Chiedono di poter usare strutture alternative. C'è una soluzione in vista: le 70 strutture pubbliche, tra palestre e sale polivalenti, che i Comuni hanno messo a disposizione dell'Usl per la prossima campagna vaccinale contro l'influenza stagionale potrebbero essere usate anche dai pediatri per fare i tamponi rapidi. Ma c'è pure un nodo che riguarda gli stessi test: «Al momento dice Gianfranco Battaglini, segretario della federazione dei medici pediatri di Treviso non ci sono provvedimenti che definiscano come equivalenti i tamponi in biologia molecolare e i tamponi rapidi».
L'ATTENDIBILITA'
A proposito, i tamponi rapidi sono attendibili? L'istituto Spallanzani, il centro di riferimento nazionale per le malattie infettive, li ha validati. Ma manca ancora la consacrazione del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità per l'uso nelle scuole. Roberto Rigoli, riferimento di tutti e 14 i centri di Microbiologia del Veneto, non ha dubbi: «E' stata riscontrata una sensibilità del 99,52% e una specificità del 99,28% mette in chiaro i test rapidi sono assolutamente attendibili se vengono processati pochi minuti dopo la raccolta del tampone. Si prenda atto del punto di vista scientifico. Non c'è altra possibilità per evitare il lockdown delle scuole». Quanti ce ne sono a disposizione? Si rischia di non averne abbastanza? L'Usl può già contare su 480mila test rapidi. «Ci siamo attrezzati per affrontare la stagione invernale» assicura Benazzi.
IL TEST DELLA SALIVA
Il traguardo finale sarà l'introduzione a scuola dei test della saliva? Probabilmente si. Ma è ancora presto. I test salivari sono in fase di studio. L'obiettivo è di poter raccogliere la saliva di tutti i ragazzi di una classe per poi fare un'analisi in pool. Cioè in un colpo solo. Se il risultato sarà negativo, non emergeranno problemi. Se invece sarà positivo, allora sarà necessario andare a testare i bambini e i ragazzi uno per uno, con il sistema tradizionale, per individuare la persona contagiata. «Ci sono già elementi concreti conclude Rigoli che ci inducono a pensare che i nuovi test salivari possano essere pronti entro breve tempo». Ma nessuno azzarda ancora delle date.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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