I progetti nel cassetto

Martedì 7 Gennaio 2020
LA CURIOSITÀ
TREVISO A Ca' Sugana c'è un cassetto che racchiude una Treviso da sogno: con poche auto, periferie collegate con linee di tram, tunnel al posto del cavalcavia della stazione, per non parlare della stessa stazione interrata e un treno su monorotaia per arrivare velocemente all'aeroporto Canova. È il cassetto dei progetti impossibili (in realtà di cassetti del genere ce ne sono più di uno), quelli presentati, discussi, magari anche approfonditi ma poi abbandonati perché ritenuti irrealizzabili. Un'offerta di proposte urbanistiche e di viabilità variegata, alcune molto fantasiose, altre semplicemente arrivate nel momento sbagliato e poi dimenticate.
TRAFFICO E SOLUZIONE
Uno dei progetti più articolati riguarda il ritorno del tram in città. Lo studio si chiama Fly-Bus ed è stato presentato 25 anni fa, nel 1995, dai tecnici Darisi e Engli Pentimalli, ex dirigente di Ca' Sugana. Detto che la Treviso del 1995 non è quella del 2020, che mole di auto e anche volto della città sono cambiati (basti pensare al Put), la proposta continua a mantenere un certo fascino. La base di partenza è semplice: creare un sistema di trasporto pubblico veloce, agile e perfettamente integrato con una rete di parcheggi che già da allora si immaginava fuori dalla città. E questo sistema non è altro che un tram, a Treviso già presente nei primi decenni del Novecento e poi abbandonato, moderno e a suo modo rivoluzionario. Si parla di navette dal disegno avveniristico, per quegli anni almeno, in movimento su piccole rotaie e lungo tragitti convergenti da tre direzioni verso la stazione ferroviaria di via Roma in una fermata sopraelevata. Il Fly Bus sarebbe partito dal Terraglio per poi toccare stazione dei treni, ospedale, prato della Fiera, per poi proseguire verso Silea e terminare all'altezza della Treviso Mare. Dalla stazione sarebbero poi partite altre due linee: una diretta verso Tribunale e viale Europa per terminare nel quartiere di San Paolo e l'altra verso porta San Tomaso, foro Boario, San Pelaio e Santa Maria del Rovere. Tracciati completi di sottopassi e stazioni sopraelevate. Sulla carta tutto molto bello, ma ritenuto irrealizzabile. Negli ultimi anni il tema del tram ha fatto più volte capolino, ma senza mai fare presa come, invece, è accaduto a Mestre dove lo hanno ripristinato. «A Treviso - sentenziano oggi dagli uffici tecnici di Ca' Sugana - non c'è lo spazio per farlo passare». Capitolo chiuso insomma, almeno per il momento.
AEROPORTO
Oggi a Ca' Sugana si ragiona invece sul collegamento su monorotaia, un treno veloce in pratica, per unire il centro storico all'aeroporto Canova. Sulla scrivania del sindaco ci sono almeno tre proposte, tutte belle e funzionali. Ma con un difetto: costano molto. E questo ne limita la potenzialità.
STAZIONE
Altri progetti da sogno, e tali rimasti, sono stati il tunnel pensato per superare e abbattere il cavalcavia della stazione. Idea girata a ponderata a lungo agli inizi dagli anni Novanta, avanzata dall'allora assessore Vittorio Zanini che non ha mai perso la voglia di guardare oltre. Progetto, però, sempre rimasto nelle intenzioni. Nel 2010 si è invece parlato a lungo della possibilità di interrare l'intera stazione ferroviaria. A Ca' Sugana bussò Giovanni Fabbris alla guida della Welldom di Montebelluna, agenzia specializzata nella progettazione sostenibile, con una proposta avveniristica: trasformare la zona della stazione facendo sparire i binari. Semplice il concetto di partenza: ricucire lo spazio urbano demolendo il cavalcavia, interrando linea ferroviaria, banchine, biglietteria, depositi, creando nuove zone residenziali, aree verdi, zone commerciali e liberando un'area di circa 100mila metri quadrati. L'idea conquistò subito l'allora vicesindaco Giancarlo Gentilini e l'assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Basso, mentre il sindaco Gian Paolo Gobbo rimase un po' più freddo, bloccato dal solo pensiero dell'impegno finanziario necessario per tutto quel lavoro. E non se ne fece nulla.
Paolo Calia
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