I PROFESSIONISTI
TREVISO Terapie domiciliari condivise con i distretti e gli

Domenica 24 Gennaio 2021
I PROFESSIONISTI
TREVISO Terapie domiciliari condivise con i distretti e gli ospedali. Antinfiammatori, antibiotici e cortisone, quando serve. Fino all'ossigenoterapia a casa, nel momento in cui diventa necessario. I medici di famiglia rappresentano il primo baluardo contro l'emergenza coronavirus. In undici mesi di epidemia hanno ininterrottamente fatto del loro meglio per curare i pazienti Covid positivi in quarantena. Tra quelli che hanno ottenuto i migliori risultati attraverso le cure domiciliari, assieme ad altri colleghi, ci sono Massimo Pisciotta e Roberto Cappelli, rispettivamente medici di famiglia a Riese Pio X e Conegliano. Gli indicatori sono due: un ridotto numero di ricoveri in ospedale e zero decessi tra le persone seguite a casa. Il dottor Pisciotta è arrivato a curare a domicilio fino a una settantina di pazienti colpiti dal coronavirus, alcuni anche con sintomi importanti. «Ho sempre curato i pazienti a casa. Nel corso delle cure domiciliari nessuno è mai stato ricoverato. E non ci sono stati decessi conferma il medico che coordina l'assistenza primaria nel territorio di Riese, Altivole, Loria e Castello di Godego ho seguito i protocolli ufficiali, senza idrossiclorochina: non è dimostrata un'efficacia maggiore rispetto ad altri antinfiammatori. Anzi, potrebbe dare seri problemi cardiologici. Sarebbe impensabile prescriverla se prima non viene fatto un elettrocardiogramma. Da una parte non ha un'efficacia dimostrata e dall'altra porta rischi per la salute».
I RISULTATI
Non si sofferma troppo sugli ottimi risultati ottenuti fino a questo momento. «Come medici di famiglia siamo orgogliosi, anche perché lavoriamo in uno dei territori più colpiti dal Covid specifica il merito, però, non è solo nostro ma anche del distretto di Asolo (diretto da Simone Tasso, ndr), e del sostegno dell'azienda sanitaria. La collaborazione è ottima. Grazie a questa controlliamo il territorio in modo capillare». La linea seguita è chiara: «I pazienti positivi asintomatici non hanno bisogno di altro se non mangiare adeguatamente, idratarsi molto e sapere che il loro medico è sempre disponibile elenca Pisciotta per i paucisintomatici, senza particolari situazioni febbrili, la terapia migliore è una buona dieta, una buona idratazione e un antinfiammatorio. Se la tosse persiste, va evitato l'aerosol, che diffonderebbe nuvole piene di virus. Meglio uno spray e uno sciroppo. Il cortisone è molto utile quando la malattia è conclamata, insieme alla terapia antibiotica. E se necessario, è fondamentale anche l'ossigeno a domicilio».
GLI ACCORDI
Gli accordi con la Pneumologia permettono prescrizioni veloci per l'ossigenoterapia a casa. All'inizio il sistema aveva dovuto fare i conti con una carenza. Adesso non è più così. L'attività del dottor Cappelli, medico di famiglia con alle spalle oltre 20 anni da chirurgo, ha seguito uno schema simile. In questi mesi è arrivato a curare a domicilio fino a una quarantina di pazienti Covid positivi. «Abbiamo sempre applicato i protocolli in accordo con il distretto e con l'ospedale. Con terapie normali. Senza dover per forza integrare l'idrossiclorochina: non c'è nessuna indicazione a riguardo spiega l'obiettivo principale è seguire un percorso condiviso in termini di terapia per risolvere i problemi a domicilio e, in caso di aggravamenti, avere la base per una coerenza terapeutica anche nella prosecuzione delle cure in ospedale. I pilastri della terapia domiciliare sono tre: terapia antibiotica, cortisone ed eparina, se necessario conclude la cosa fondamentale è non agire da soli, ma in stretta collaborazione con i colleghi del distretto, delle Usca e dell'ospedale. Oltre alla visione di un singolo, a livello generale conta la coerenza terapeutica. Uno non può dire: faccio come voglio. L'intero sistema deve funzionare con la maggior efficacia e il minor rischio per salvare quante più vite possibile».
M.Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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