«I nostri figli fragili dimenticati» Mamme alleate su Facebook

Domenica 27 Settembre 2020
LA PROTESTA
TREVISO «Lunedì avremo l'incontro per il patto formativo. E dovremo farlo senza l'insegnante». Così Cristina Tronchin, mamma di un bambino con bisogni speciali, ha creato un gruppo di genitori ed insegnanti per far sentire la situazione dei ragazzi con handicap. Abbandonati insieme alle loro famiglie. «Stiamo aspettando gli insegnanti a braccia aperte. E loro vogliono entrare nelle classe: ma sono sempre gli ultimi ad essere nominati». Per questo lancia un appello ai sindacati e agli enti pubblici: «Sediamoci intorno ad un tavolo, a noi preme solo che anche per i nostri figli possa valere il diritto allo studio». Il figlio di Cristina ha un quadro clinico difficile, e necessita del sostegno. Oltre a questo è gravemente asmatico e allergico. Va in terza elementare e al momento può frequentare tre ore al mattino. Perchè, tra le altre cose, non gli è stato ancora assegnato l'insegnante di sostegno. Non è un caso isolato: a Treviso sono oltre un centinaio le famiglie in queste condizioni.
I PROBLEMI
«L'urgenza mia è data dal fatto che lunedì noi genitori siamo convocati in riunione con gli insegnanti per stipulare il patto di studio per età evolutiva. Ma ci troviamo a fare un incontro senza insegnante di sostegno, che poi è il docente che dovrebbe seguire strettamente nostro figlio». Così Cristina, incrociando le testimonianze di altre madri e di amiche insegnanti precarie e non ancora nominate, ha voluto incrociare competenze ed esperienze creando un gruppo che prima di tutto fa informazione. Ma potrebbe tramutarsi anche in massa critica per una mobilitazione. «Attendevamo l'assegnazione del sostegno entro il 24 settembre ma purtroppo anche gli insegnanti non sanno nulla. Nella mia scuola è arrivata in un supporto un'insegnante delle medie». Nel frattempo il 24 settembre la referente per i bambini certificati avvisa che le nomine sarebbero partite a giorni.
LA MOBILITAZIONE
Così Cristina ha chiesto alle mamme di unirsi: in poche ore ha ricevuto quasi 200 contatti. «Siamo di fronte ad importanti lesioni del diritto allo studio. L'uguaglianza dei bambini con disabilità non può essere solo una bella parola. Teniamo conto del fatto che dopo 7 mesi di mancanza di scuola, perchè durante il lockdown molti di questi bambini non hanno potuto usufruire dei servizi come psicomotricità, psicoterapeuta, ora si trovano di nuovo discriminati. Da mamma mi aspettavo che la pubblica amministrazione avesse un'attenzione particolare verso questi bambini». Il gruppo si chiama Genitori e insegnanti di Treviso uniamo le forze: così i genitori cercano di passare informazioni preziose, ma anche di far accendere i riflettori sulla loro condizione.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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