I gentiliniani disertano Accordo più lontano

Venerdì 20 Ottobre 2017
IL RETROSCENA
TREVISO «Se a queste serate ci ritroveremo solo tra di noi, senza i gentiliniani o i possibili alleati di centrodestra, sarà dura perle elezioni di Treviso». Qualche big leghista si avvicina con un certo timore a una festa provinciale carica di fin troppi significati e aspettative. La più importante è legata alle comunali 2018: la paura di avere un centrodestra diviso è molto grande. E questa tre giorni trevigiana sarà utile per sciogliere i dubbi. O alimentarne di nuovi.
Il Carroccio mantiene fede alla regola che vuole la festa organizzata del comune più importante al voto. E quindi per questo 2017 ha scelto Treviso, seppure tra mille difficoltà. La più importante è quella economica: con i conti bloccati non è stato facile trovare i circa 30mila euro necessari per allestire il capannone e ottemperare ai mille vincoli richiesti per organizzare una sagra seppure politicamente connotata.
SPERANZE
Il Carroccio si attende un segnale dai gentiliniani. Ma, ad ascoltare Salvini, se ne sono visti pochissimi. Di certo non Giancarlo Gentilini, che ormai questo appuntamento lo diserta da tempo. Ma sotto il tendone non si è palesato nemmeno qualcuno dei suoi fedelissimi pretoriani. Se le premesse sono queste, di segnali non ce ne saranno molti.
ALLE FIERE
Intanto, sempre rimanendo in tema di sagre e di convivialità, alla Fiere di San Luca ci sono stati incroci tanto fortuiti quanto interessanti. Mercoledì sera, sotto il tendone gastronomico del prato della Fiera, ad un tavolo si sono ritrovati Fulvio Pettenà, Andrea De Checchi, Giuseppe Basso ed Enrico Chinellato. Ovvero: un big leghista componente del direttivo, un candidato sindaco in pectore e due gentiliniani. E nel tavolo accanto: il sindaco Giovanni Manildo, il presidente del consiglio Franco Rosi e il consigliere comunale, e presidente della commissione bilancio, Sossio Vitale. Più qualche altro componente della maggioranza. Ovviamente l'incrocio è stato casuale: il tavolo del centrodestra ha mantenuto una tradizione in voga ormai da anni, quella di richiamare attorno alla classica oca arrosto la commissione Fiere che si riuniva fino all'avvento di Manildo. Il sindaco invece è piombato alla Fiere dopo un impegno istituzionale, anche lui attirato dall'oca, in questo caso piatto più che mai trasversale. Interessanti i saluti tra Manildo e De Checchi: gioviali e ricchi di sorrisi. Chissà se lo saranno altrettanto tra qualche mese, quando i due potrebbero ritrovasi avversari nelle corsa a Ca' Sugana.
P. Cal.

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