I DATI
TREVISO Nel periodo più duro delle pandemia, quando i numeri dei

Domenica 24 Gennaio 2021
I DATI
TREVISO Nel periodo più duro delle pandemia, quando i numeri dei ricoverati in ospedale e dei decessi salivano inesorabilmente, nella Marca una truppa di medici di base è riuscita ad alzare un argine e curare a casa i propri pazienti risultati positivi senza intasare gli ospedali. Un gruppetto di undici professionisti, sui 520 totali della Marca, da agosto a oggi ha registrato zero pazienti positivi al Covid ricoverati negli ospedali trevigiani. Una parte di loro è anche massimale, quindi con il massimo consentito di pazienti da seguire. Il che, in questi frangenti, si è tradotto in una massa considerevole di positivi da visitare e controllare. Ma anche le situazioni più delicate sono state contenute senza la necessità di cure più intense. Altro dato: tra chi invece ha avuto almeno un paziente ricoverato, sono 252 i medici a non aver registrato nessun decesso.
LA FRECCIATA
«E in questo gruppo Riccado Szumski non c'è - sottolinea il direttore Generale dell'Usl Francesco Benazzi - è un bravo medico, ma come ce ne sono tanti altri nella Marca. I suoi risultati sono nella media. Non è giusto farsi passare per un guaritore, iniziamo a smitizzare quello che dice». E poi sull'idrossiclorochina, la cura per cui Szumski ha dato vita anche a una battaglia legale ma che l'Usl e la letteratura scientifica non considerano la via migliore per contenere l'infezione da Covid: «Ormai è accertato che l'idrossiclorichina - spiega Benazzi - funziona solo dopo un mese dal suo utilizzo iniziale. Per aggredire il Covid sono invece necessari i cortisonici. Questi medici hanno ottenuto risultati così importanti seguendo alla lettera i protocolli dell'Usl. È fondamentale continuare su questa strada per garantire servizi e aiuti sempre migliori».
DAL SINDACATO
Ma la bacchettata, non tanto alle capacità professionali del medico-sindaco di Santa Lucia, quanto al suo modo di comunicare, arriva anche dai colleghi del medico-sindaco. «Szumski non è l'unico medico che a livello terapeutico prescrive l'idrossiclorochina, nei casi in cui la si può usare. Ma è l'unico medico che lo sbandiera facendone un cavallo di battaglia. Non è vietato, ma non condivido le modalità: non rientrano nel mio stile. Sembra quasi che tutti gli altri medici non abbiano a cuore i pazienti. Ovviamente non è così». A parlare è Brunello Gorini, dottore di famiglia a Salgareda e Ponte di Piave, uno dei camici bianchi del territorio che vanta i migliori risultati per quanto riguarda la cura a domicilio di pazienti Covid positivi, confermati da un ridotto numero di ricoveri e dall'assenza di decessi. Gorini premette che affronta la questione come segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia, alla quale è iscritto lo stesso Szumski. In questa veste, non gli sono andati giù i distinguo sui vaccini anti-Covid fatti dal dottore di Santa Lucia di Piave, che ha specificato di non volersi vaccinare con i sieri Pfizer e Moderna perché, a suo dire, sviluppati con una modalità nuova, senza una sufficiente esperienza.
ATTENZIONE
«Se fossi un parroco parlerei di peccato di superbia dice Gorini c'è un ente europeo che ha certificato la sicurezza di questi vaccini. Non si pensa che forse ha in mano dei dati importanti? Ognuno può avere le proprie idee. Ma è sbagliato dirlo pubblicamente, senza una base, insinuando il dubbio nelle persone. Cosa dovrebbero dire allora gli operatori della sanità e gli anziani delle case di riposo già vaccinati? Che per qualcuno si attende la fuoriserie mentre per loro è stata usata un'utilitaria? È chiaro che questo pone un problema». Tanto che Gorini non ha nulla da ridire sull'invito che lo stesso Benazzi ha rivolto all'Ordine dei medici di Treviso affinché ci sia un richiamo scritto nei confronti di Szumski. «Tutti possono segnalare ciò che secondo loro non torna: l'Ordine è a tutela dei cittadini conclude Benazzi ha tutto il titolo per avanzare la richiesta. Anzi, questo testimonia un interesse per la popolazione. Dopodiché tocca all'Ordine fare tutte le valutazioni del caso».
Paolo Calia
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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