I DATI
TREVISO È fallito il salto a quota 86mila residenti. L'ottimismo

Martedì 3 Agosto 2021
I DATI
TREVISO È fallito il salto a quota 86mila residenti. L'ottimismo che si respirava a fine 2019, quando la popolazione del capoluogo era arrivata a 85.629 abitanti e ormai il balzo oltre la soglia che avrebbe segnata una nuova fase di crescita della città era dato per sicuro, è stato cancellato dal Covid. Un anno di pandemia ha azzerato speranze e, purtroppo, vite. La crescita della popolazione residente si è arrestata. Anzi nel 2020 è regredita con dati che non si vedevano da tempo per via anche del maggior numero di morti registrate dal 2014 in poi: 1207 contro una media annua di mille o poco più. Ma non solo: nell'anno nero del Covid, il 2020, sono stati registrati all'anagrafe 1541 residenti in meno (4188 nel 2019 contro i 2577 del 2020). Da qui il calo degli abitanti in città: a fine 2020 erano 84.968, il dato peggiore dal 2018. Inoltre non solo quota 86mila è rimasta un miraggio, ma si è scesi addirittura sotto gli 85mila. La fotografia della città rimbalza dai dati demografici allegati al Dup, il documento unico di programmazione, che ogni anno fa il punto sullo stato di salute del Comune.
L'ANALISI
I lutti provocati dal Covid hanno inciso. Lo dimostra, ancora un volta, la fredda verità dei numeri: i morti contati all'anagrafe nel 2020, anno interamente funestato dal Covid, sono stati appunti 1207. Il numero più alto dal 2014 in poi, quando i decessi erano 885 mentre nel 2019 si sono fermati a 1049. Fatti due conti, 154 morti in più tra 2019 e 2020. E a questo si aggiunge che meno gente, vista la pandemia, ha scelto di venire a vivere in città. «Magari quei 1207 non sono tutti morti di Covid - sottolinea il sindaco Mario Conte - ma questo incremento è un segnale purtroppo da sottolineare, come gli altri dati». Il sindaco ammette che lo slancio della città si è arrestato, sgambettato dalla pandemia: «Sì, si è fermato un trend positivo che ci stava portando verso gli 86mila residenti. Senza il Covid l'avremmo raggiunto con i nuovi nati e con i trasferimenti. Nel 2018 e nel 2019 abbiamo avuto una crescita costante di circa 300 residenti all'anno. Purtroppo anche questo è un effetto della pandemia. Provo un grande dolore a leggere soprattutto i dati dei decessi. Mediamente ne registriamo circa mille all'anno in città, nel 2020 sono stati il 20% in più».
L'OBIETTIVO
Conte si sforza di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Un dato positivo c'è: sono i nati nel 2020, 583 contro i 565 nel 2019. È poco, ma è un segnale di speranza. E poi sono convinto che quota 86mila potremmo raggiungerla già alla fine di quest'anno. Tanta gente, adesso, sta scegliendo di vivere nella nostra città per i servizi che offre, ci sono tanti investimenti in corso sia pubblici che privati. Purtroppo il Covid ha fermato tutto. Ma siamo ripartiti».
I CONTI
E se la popolazione non cresce, anche le casse comunali risentono dell'effetto pandemia. Il settore finanze di Ca' Sugana ha calcolato che, nel 2021, ci saranno 2 milioni in meno di entrate dovute al drastico calo delle violazioni al codice della strada dovute essenzialmente allo scarso traffico nei mesi di lockdown. La cifra prevista si attesterà quindi attorno agli 8 milioni, nel 2019 (anno pre-pandemia) era superiore ai 13. Diminuiscono anche le entrate legate alla sosta a pagamento. Mediamente, dal 2010 in poi, si sono attestati attorno ai 4 milioni all'anno, nel 2020 il crollo: meno di 2 milioni. «Gli incassi dell'anno 2020 - si legge nella relazione - hanno subito una forte contrazione a seguito dei provvedimenti restrittivi alle libertà personali introdotti dal Governo per limitare il contagio dal virus Sars-Cov-2. Inoltre sul calo delle entrate ha influito anche la scelta dell'Amministrazione comunale di rendere gratuiti i parcheggi in centro storico dal 18 marzo 2020 fino al 31 maggio 2020 e, per alcune ore alla settimana, dal 1 giugno 2020 al 31 dicembre 2020». Provvedimento che poi è stato prorogato fino alla fine dell'anno in corso. Ma su queste scelte la Giunta non intende tornare indietro, così come resta confermata la decisione di non far pagare i plateatici per tutto il 2021 con possibilità di estendere il provvedimento anche ai primi mesi del 2022, valutazione che però verrà fatta non prima di dicembre.
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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