I COMMENTI
TREVISO «Ci risiamo. Ed è l'ultima cosa di cui avevamo bisogno.

Martedì 27 Ottobre 2020
I COMMENTI TREVISO «Ci risiamo. Ed è l'ultima cosa di cui avevamo bisogno.
I COMMENTI
TREVISO «Ci risiamo. Ed è l'ultima cosa di cui avevamo bisogno. Ne pagheremo le conseguenze in termini di ribellione sociale e di suicidi. La gente è stanca e non reggerà un altro urto come quello del lockdown precedente» Alessandra Polin, presidente dei Giovani Industriali, è fortemente critica nei confronti dell'ultimo Dpcm e delle restrizioni messe in campo per arginare la nuova ondata pandemica da Covid 19. Titolare di un'industria di filtri per l'aria molto probabilmente risentirà ben poco della nuova stretta. Ma allarga lo sguardo e vi ricomprende le tante attività che, invece, boccheggiano e questo potrebbe essere il colpo di grazia. «È sotto gli occhi di tutti purtroppo che l'ultimo provvedimento del governo Conte rischia di far morire centinaia, se non migliaia di aziende, mettendo inoltre in crisi interi settori. Non solo quelli direttamente colpiti dalle chiusure come la ristorazione e i bar, ma tutti gli altri di una lunga filiera» sottolinea la Polin. E snocciola una serie di categorie nelle secche di un guado che sembra non finire mai. «Parrucchieri ed estetisti, negozi di abbigliamento in generale, il tessile e il comparto moda, ma non voglio fare un elenco ragionieristico. Perchè le aziende in difficoltà saranno la stragrande maggioranza». Polin è particolarmente critica nei confronti di una pianificazione politica a suo dire completamente assente. «Non sono stati rinforzati a sufficienza i comparti sanitari e i trasporti. Che senso ha mantenere i distanziamenti se poi su bus e metro la gente è accalcata come sardine»?
LA RABBIA
Confartigianato rincara la dose. «Far chiudere anche chi rispetta le regole non ha senso - denuncia il presidente di Confartigianato Imprese AsoloMontebelluna Fausto Bosa - Affidiamoci alle Regioni che meglio conoscono il territorio, aumentiamo il distanziamento sociale, tuteliamo le fasce deboli più rischio e facciamo chiudere le attività a chi le regole non le rispetta». «Quello che è successo a Maser, in una nostra palestra associata il Dorian Gray, è indice di una ribellione pacifica per poter lavorare nel rispetto delle regole, temo non sarà l'unica precisa Bosa - La preoccupazione ora è che questa chiusura sia solo un primo step per procedere verso altri piccoli lockdown in altri settori; sinceramente, temo ora per il comparto benessere, che ha invece dimostrato serietà e diligenza nel rispetto dei protocolli anti contagio Covid-19».
LE RICHIESTE
Stessa preoccupazione la esprime Guido Pomini, referente provinciale di Federmoda: «Certo, non chiudiamo. Ma le città sono quasi deserte e noi ci troviamo con una stagione agli inizi, con la merce pronta per quel poco fatturato che calcolavamo di riuscire a portare a casa. Invece, niente». Cosa chiede il settore? «Vogliamo sussidi? Forse. Di sicuro vogliamo aiuti concreti ed immediati per investimenti in seri progetti che guardano al digitale. Vogliamo la valorizzazione della filiera della moda made in Italy esattamente come avviene per l'agroalimentare». Pomini è sicuro: «Non chiediamo poi molto, perché Il resto lo faremo noi piccoli e grandi imprenditori che da anni con il nostro lavoro garantiamo occupazione da un lato e dall'altro diamo luce e vita alle nostre meravigliose città». «Comprendiamo il malessere e la preoccupazione che la manifestazione di stasera esprime - sottolinea il Pd trevigiano - e riteniamo anche che sia importante evitare chiusure ancora più dolorose e combattere uniti il Covid 19. Comprendiamo meno certi toni che potrebbero essere frutto di strumentalizzazioni politiche e respingiamo con forza ogni tentazione negazionista».
Va. Lip. - M.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci