I COLPI DI SCENA
PIEVE DI SOLIGO Da un lato i grandi produttori con un export

Mercoledì 22 Gennaio 2020
I COLPI DI SCENA
PIEVE DI SOLIGO Da un lato i grandi produttori con un export importante, dall'altro i duri e puri, quelli per cui il vino non si chiama Prosecco ma Conegliano Valdobbiadene, legatissimi al territorio e allo sviluppo del concetto di riva. Le acque sui colli della Docg rimangono più che mai agitate. È in questo quadro che sta maturando una successione faticosa e una spaccatura che non risparmia colpi di scena e veleni. A Innocente Nardi, il presidente giunto al terzo mandato, in molti non perdonano il clima in cui è maturato l'allontanamento dell'ex direttore Giancarlo Vettorello. Ma soprattutto l'aver lasciato vacante per due anni un ruolo così importate, di fatto avocato a presidenza e vicepresidenza. «Nardi sapeva di non godere più della fiducia del Cda - è il commento di alcuni associati - e ne conosceva perfettamente i motivi: ha accentrato le scelte anziché condividere».
LA GOCCIA
Giugno 2016: dopo 21 anni Giancarlo Vettorello, direttore della Docg, viene licenziato. «Si tratta di una decisione unilaterale, senza alcun preavviso e senza alcuna giustificazione che il presidente mi ha comunicato» risponde prontamente il diretto interessato. In quell'occasione Innocente Nardi motiva l'allontanamento del direttore con una riorganizzazione interna e l'assorbimento di determinate funzioni. Passano 3 anni e nel 2019, in occasione dei 50 anni della denominazione, ex direttore e presidente fanno pace. Il Consorzio vuole riconoscere l'importante opera a favore del Prosecco Superiore svolta dallo stesso Vettorello negli anni. «Determinazione e impegno sono le sue indiscutibili doti professionali e di relazione» commenta Nardi. E Vettorello risponde «È stata un'esperienza per molti aspetti davvero arricchente da un punto di vista umano, oltre che professionale». Stretta di mano, ma equilibri non ricomposti. La corsa Unesco di fatto mette d'accordo quasi tutti, anche se i viticoltori più radicati temono il World Heritage per le incombenze che comporterà.
LA SPACCATURA
A Baku il 7 luglio 2019 si festeggia. E così a Valdobbiadene, con sindaci e viticoltori che levano i calici e si abbracciano. Non durerà molto: già in autunno iniziano le spinte centripete. La confraternita del Prosecco indice una consultazione sul tema del nome. La preoccupazione dei viticoltori eroici è mettere al sicuro la differenza tra prosecco di pianura e di collina. Ma i mercati globali non accolgono con favore l'idea che le bollicine democratiche possano smettere di chiamarsi prosecco. Nuova spaccatura: da un lato i produttori più importanti spinti alla dimensione dell'export, e dall'altro le piccole cantine che lavorano su numeri inferiori e geolocalizzazione del vino. L'indagine della confraternita fa emergere che la posizione oltranzista non è condivisa. Nardi, che ha sempre assunto la via mediana (oggi Prosecco superiore, domani Conegliano Valdobbiadene) mette a segno una vittoria: resta sospesa la questione direttore.
LE PREOCCUPAZIONI
A dicembre 2019 l'annuncio che l'attuale assetto della Docg intende esprimere una figura di direttore prima delle elezioni di marzo 2020. Il nome non c'è, ma l'impressione è che i giochi siano quasi fatti. «Quello che è successo ieri però rimette tutto in discussione - sottolinea Valerio Fuson - Bisogna capire se ha senso designare ora un direttore». Le prossime settimane saranno decisive. Intanto però si registra la preoccupazione di alcuni associati importanti, oggi fuori dal Cda. Una per tutte l'ex vicepresidente Elvira Bortolomiol. «Non ne sapevo nulla. E questo cambio repentino temo ci destabilizzi. Non entro nel merito delle scelte. Vorrei però che venisse riconosciuta una cosa: senza Innocente Nardi non abbiamo garanzie sul fatto che la partita Unesco sarebbe stata portata a casa».
El.Fi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci