I 100 anni dell'Ana, festa rimandata slitta a settembre il raduno sezionale

Lunedì 25 Gennaio 2021
IL BILANCIO
TREVISO Slitta a settembre il raduno sezionale dell'Ana di Treviso che quest'anno festeggia il Centenario dalla fondazione. Una storia lunga un secolo quella della sezione di Treviso delle Penne Nere (10.800 soci suddivisi in 89 gruppi, con cinque medaglie d'oro al valor militare e cinque civili appuntate sul vessillo), che si può riassumere in una presenza costante sul territorio, anche durante la pandemia. «Le cose sono cambiate in questi anni - spiega il presidente Marco Piovesan -, passando dalle cerimonie commemorative e le adunate a una presenza più attiva nella vita sociale delle comunità a partire dal Dopoguerra. Si pensi all'impegno dopo la tragedia del Vajont, al terremoto del Friuli e la stessa costituzione della Protezione Civile Regionale, con 460 volontari, intervenuti anche in Kosovo e durante l'emergenza Vaja».
Quale secondo lei il fiore all'occhiello delle ultime attività?
«Sarebbero tanti. Mi vengono subito in mente la ristrutturazione del padiglione dismesso dell'ospedale di Oderzo trasformato in un centro diurno per persone disabili, seguita dalla costruzione dello stabile della Comunità per tossicodipendenti a Fontanelle, dal recupero delle trincee e gallerie sul Sas de Stria a Lagazzuoi, dalla manutenzione del Bosco delle Penne Mozze. E qui mi fermo anche se ci sarebbe tanto altro da sottolineare».
Sul piano della cultura?
«L'offerta della sezione è molto ampia, col Centro studi al quale affluiscono lo spazio del Portello Sile con le sue mostre, la biblioteca di Galleria Bailo, i sette cori sezionali, i tre concorsi nazionali Fotografare l'adunata, Parole attorno al fuoco e Una canzone per l'adunata».
E che dire delle tre adunate nazionali trevigiane?
«Hanno dimostrato oltre alla capacità organizzativa, il saper fare squadra e avere spirito collaborativo, spirito collaborativo dimostrato anche con altre realtà non alpine (esempio, col 51esimo Stormo di Istrana). Sulla nostra adunata nazionale del 2017 bisogna dire che ha fatto scuola, unendo le quattro sezioni diffuse sul territorio - Conegliano, Vittorio Veneto, Valdobbiadene, oltre ovviamente alla nostra - in un unico grande progetto».
Per i centenari si mette di solito molta carne al fuoco, ma la pandemia in cui ci troviamo immersi, vi avrà costretti a ridimensionare i programmi, compreso il raduno sezionale di Castelfranco previsto ad aprile?
«Certamente. Dato lo stato di emergenza, infatti, valuteremo lo spostamento del raduno e abbiamo già individuato due date possibili a settembre (se ne parlerà nel prossimo consiglio direttivo sezionale), aspettando comunque di conoscere quella dell'adunata nazionale».
E le altre manifestazioni ufficiali?
«Confidiamo che si riesca, fra settembre e ottobre, a svolgere la serata dei nostri sette cori a Oderzo, la mostra di Fameja Alpina, coi suoi 13 lustri di vita, a Montebelluna al MeVe con la presentazione del libro del centenario (a completamento del volume realizzato nel 1994 da Luigino Scroccaro), suddiviso in due parti: la prima seguita da Isidoro Perin, l'altra a cura di Franco Zorzan e Toni Zanatta. Si concluderà alla grande con le staffette che partiranno dai sacrari di Cima Grappa, Nervesa della Battaglia, Fagarè della Battaglia, Bosco delle Penne Mozze, e dal più piccolo ossario d'Italia (Biadene di Montebelluna), per confluire a Treviso e dar vita alla celebrazione finale con la classica sfilata e lo scoprimento di una targa commemorativa sull'edificio in piazza della Borsa dove il 6 ottobre 1921 venne costituita la sezione. Alla cerimonia conclusiva è prevista la partecipazione del Labaro nazionale dell'Ana e un picchetto di alpini in armi»
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Giovanni Lugaresi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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