Vasconetto, da 160 anni nel cuore della città

Domenica 16 Dicembre 2018
LA STORIA
TREVISO Dietro quel bancone di legno, tra vernici e preparati, si è fatta la storia d'Italia. Cinque generazioni di artigiani, alchimisti del colore e oggi guru del prodotto giusto per casa, scarpe, muri, intonaci. Vasconetto compie 160 di vita. Si entra nel negozio che sa di antico e di mestiere, si guardano le foto, le medaglie della Carboneria. Ed ecco la lettera originale di Garibaldi da Caprera. Ai Veneti. Avendo inteso che siete disposti a fare io spero non sarete lasciati soli nell'opera.
LA FESTA
Ieri pomeriggio alle 18 quel piccolo mondo antico si è trasformato in un salone delle feste: il vecchio bancone è stato spostato, poi tramezzini, prosecco, dolci. È il la per raccontare una storia cittadina illustre. Di quelle che è un vero delitto lasciar morire. «Lì, alla fine della stanza c'era una stufa. Fino agli anni settanta improvvisavamo un salotto con i clienti: si beveva caffè caldo e punch», spiega Roberto Vasconetto (in foto), quinta generazione in bottega. È 1858: Treviso è territorio austriaco, ma il trisavolo Marco Vasconetto era un carbonaro, che si adoperò concretamente per l'annessione al nuovo stato italiano. «Il nostro moto è sempre stato di padre in figlio, così è sempre stato. Nel 1984 mio padre volle ristrutturare il negozio facendo rifare i mobili in legno. Li disegnò personalmente». Volle anche mettere mano allo scantinato: in quei 3 metri angusti durante il fascismo vennero ricoverati moltissimi ebrei.
VIGILI DEL FUOCO
«Ma i Vasconetto hanno anche fondato i vigili del fuoco di Treviso: noi non siamo mai stati qui per vendere, lavorare e vivere. Il nostro è un concetto di appartenenza alla città». Grazie ai buoni uffici del trisavolo carbonaro, Vasconetto diventò fornitore ufficiale della casa reale. «Qui si producevano patine, cere, patine. Qui è nato il cosiddetto verde Treviso, un colore particolarissimo che viene usato per i balconi ma anche per affreschi e gli interni». Molti i clienti illustri: uno su tutti Mario Del Monaco, aspirante pittore e celebre tenore.
TEMPI MODERNI
«Un tempo vendevamo smalti, pitture vernici, ma ora le persone non portano più questi pesi e non acquistano centro. Siamo specializzati in prodotti di pulizia della casa: teniamo prodotti di nicchia. I materiali per le belle arti, un tempo nostro core businness, non funzionano più. Per fortuna, le persone apprezzano la nicchia e soprattutto il consiglio che possiamo offrire». Il loro regno è il centro storico, dalla piccola vetrina hanno visto la città crescere e modificarsi. «Abbiamo anche pensato di trasferirci, la banca ci aveva offerto la possibilità di andare a Fiera e di acquistare i nostri locali - prosegue Vasconetto - ma alla fine mio padre decise di rimanere: siamo un locale storico, il nostro posto è qui». Oggi anche il centro storico si adegua i tempi: la pedonalizzazione è una realtà. «La Ztl oggi non è in discussione. Quello che noi abbiamo criticato di Manildo è stata l'assenza di contraddittorio. Non hanno mai collaborato con noi. Oggi invece la nuova amministrazione ci sta ascoltando e sta agendo in condivisione. È molto diverso, per questo siamo contenti dell'operato della Giunta Conte». Quale il futuro delle botteghe storiche? «Nel Nord Europa il Comune sostiene i negozi storici contribuendo all'affitto. Noi non chiediamo contributi ma facilitazione nel poter lavorare: bisogna ripopolar eil centro storico, la gente deve tornare a vivere il cuore della città».
Elena Filini
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