Niente concerto, ma Django sfida Conte

Domenica 16 Dicembre 2018
Niente concerto, ma Django sfida Conte
IL DUELLO
TREVISO Alla fine il concerto in programma ieri sera è stato annullato, ma questo non vuol dire che Django si sia arreso. Pur senza gli Sham 69, gruppo Punk inglese teorica attrazione del sabato sera, il centro sociale ieri è rimasto aperto e con tutte le attività in pieno svolgimento. La diffida arrivata dal Comune, che ha espressamente vietato la manifestazione non ritenendo i locali a norma, ha comunque centrato il bersaglio: le regole, in questo caso, sono state rispettate. E il sindaco Mario Conte si è segnato, quindi, la prima vittoria di una battaglia che sarà lunghissima.
LO SCAMBIO
Django quindi rilancia: «La nostra attività continua - chiarisce il portavoce Nicola Vendraminetto - domani (oggi ndr) ci sarà il consueto mercato genuino clandestino e per martedì abbiamo convocato un'assemblea pubblica incentrata sulla difesa e l'utilità del centro sociale. Tutti i cittadini sono invitati. E su questo sfidiamo pubblicamente il sindaco: vediamo se, dopo il concerto, vuole vietare anche un pubblico dibattito aperto a tutti». Lapidaria la risposta del primo cittadino: «Mi interessa solo il rispetto delle regole, di quello che fa Django me ne frego. Gli interessi e i bisogni dei cittadini sono altri e di quelli mi devo occupare».
STRATEGIE
La sfida, insomma, diventa sempre più torrida. Ca' Sugana, rispetto al passato, ha adottato una tattica diversa: non punta più allo scontro diretto, ma una manovra aggirante per far cadere la convenzione che affida l'ex caserma Piave all'associazione Open Piave, in cui c'è anche Django. E così sono stati organizzati i controlli della Polizia locale, in tre serate diverse, compiuti da agenti in borghese e che hanno prodotto multe per circa 20mila euro. Multe che il Django non vuole pagare. «Faremo ricorso - annuncia Vendraminetto - ma ci pare assurdo pagare in multe quello che dovrebbe essere investito per il recupero di questi luoghi. È sbagliato paragonarci a un locale che organizza eventi. Dal lunedì al venerdì qui si lavora sull'integrazione, sulla difesa dell'ambiente, sul dare spazi di aggregazione per tutti. Al sabato ci può essere l'organizzazione di un evento che ci serve per mettere assieme qualche soldo da investire nei lavori da fare. E facciamo tutto senza l'aiuto di nessuno. Stiamo anche rinnovando il dormitorio Camminantes, che diventerà una cosa ancora più importante. Ed è folle pagare tremila euro di multa per un cartello vietato fumare scritto a penna, cosa che ci è stata contestata. E nella convenzione, che ognuno legge a proprio modo, l'organizzazione di eventi non è vietata».
LA REPLICA
Parole che non commuovono il sindaco: «Io mi baso sulla convenzione e sulle regole che si sono dati da soli - ribadisce - quello che dice Django non mi interessa. Ci sono state delle infrazioni e le abbiamo sanzionate. Le uniche parole in cui mi riconosco sono legge e rispetto delle regole». Poi però si fa più duro: «Di tutto quello che sta accadendo in questi giorni ne risponderà la presidente di Open Piave, che ha firmato la convenzione - precisa Conte - e ne risponderanno anche i precedenti amministratori che ci hanno lasciato in eredità questa schifezza di convenzione. Il mancato rispetto delle regole è la forma peggiore di fascismo».
Paolo Calia
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