Motta, in 500 al palazzetto «Diteci la verità sulla tbc»

Martedì 19 Marzo 2019
L'ALLARME
TREVISO Durante un incontro tenutosi ieri pomeriggio a Motta, è emerso che saranno 24 i bambini che oggi pomeriggio a Oderzo inizieranno la profilassi contro la tbc dopo la scoperta che due maestre di un asilo e un bambino si erano ammalati. C'erano oltre 500 persone ieri pomeriggio al palazzetto dello sport. 500 persone e tanta apprensione tra i genitori. La preoccupazione maggiore ha riguardato la possibile trasmissibilità dell'infezione fra un bambino e l'altro. «Esiste la possibilità che l'infezione venga trasmessa tra alunni?» ha chiesto una mamma. «In linea teorica è possibile ma in questo specifico caso l'ipotesi è remota perché il focolaio è partito da un adulto» ha risposto Sandro Cinquetti, direttore del Servizio igiene e Sanità pubblica dell'Usl. «La profilassi può creare problemi ai bambini?» ha chiesto un'altra mamma. E Cinquetti: «L'antibiotico serve a scongiurare per il 95% la possibilità che l'infezione si ripresenti anche in età adulta». E un terzo genitore si è posto un altro dubbio: «Perché non sono state usate precauzioni, ad esempio mascherine, durante i giorni dell'emergenza?». Il dirigente della scuola ha spiegato che sarebbe stato inutile: «I tre casi sono stati tutti isolati all'inizio dell'emergenza».
LA STORIA
Cinquetti ha riepilogato la vicenda fin dal 5 marzo: «Quel giorno è stato segnalato un caso di tubercolosi in un bambino di 10 anni. La famiglia è risultata negativa e si è proceduto in ambito scolastico. L'8 marzo è stato eseguito il test Mantoux a tutti i bambini della classe. Sono risultati positivi in 21 su 22 controllati. Di questi nove bambini, sei sono stati inviati a un ulteriore esame per verificare la presenza del bacillo di Koch nel succo gastrico. Questo primo passaggio è risultato negativo: ora ci sono un altro paio di passaggi ma la previsione è negativa. Capitolo insegnanti, Cinquetti spiega: «Controllati i cinque insegnanti della classe del bambino infetto. Quattro sono risultati negativi, uno risulta problematico per una sintomatologia importante». Tutti i negativi ripeteranno comunque il test fra due mesi. Resta comunque ricoverata una delle maestre colpite dalla tubercolosi. Le sue condizioni sono in miglioramento, ma il quadro clinico rimane precario. Per questo non può ancora lasciare l'unità di Malattie infettive dell'ospedale di Treviso. Le altre due persone contagiate, una seconda insegnante e un alunno, stanno continuando la terapia a casa. Stesso discorso per la maestra di un asilo di Monfumo: anche lei ha sviluppato la tubercolosi ma, come confermano dall'Usl della Marca, si tratta di un caso isolato che non è legato al focolaio di Motta.
GLI ESAMI
Una coincidenza, insomma. Tra oggi e domani, intanto, il servizio Igiene porterà a termine i test Mantoux su tutti e 450 i bambini delle due scuole: 400 in quella dell'opitergino mottense e 50 nell'asilo della zona di Asolo. Il test è in sostanza un esame preliminare: si tratta di una puntura sul braccio che permette di evidenziare se le persone sono entrate in contatto con il bacillo di Koch, agente infettivo responsabile della tubercolosi. Un'eventuale positività non significa automaticamente aver contratto la malattia. Per arrivare alla diagnosi vera e propria servono ulteriori controlli. Proprio per fugare ogni dubbio, sei bambini della scuola di Motta sono stati sottoposti a un gastroaspirato. E i risultati sono stati tutti negativi. Entro la fine di questa settimana arriverà il responso di tutti i test Mantoux effettuati sui 450 alunni.
Mauro Favaro
Gianandrea Rorato
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