Minacce ed estorsione: stavolta alla sbarra finisce la ex

Mercoledì 20 Febbraio 2019
IL PROCESSO
TREVISO (db) «Farò del male a tuo figlio». Minacce pesantissime di un ex coniuge all'altro. Palcoscenico della vicenda la vita di un uomo e di una donna, il loro matrimonio che va a rotoli e finisce in divorzio e uno dei due che si rifà una vita e una famiglia. Ma stavolta, contrariamente ai tanti casi di cui si occupano sempre più spesso i tribunali, l'orco non è lui ma lei, infuriata per il fatto che l'uomo non le voleva più versare l'assegno di mantenimento. E allora sarebbero iniziate le intimidazioni. Ora A.B., 51enne residente a Treviso, è finita alla sbarra con l'accusa di estorsione. A denunciarla l'ex marito, esasperato e anche impaurito dagli atteggiamenti della donna. La vicenda approdata in aula a Treviso per la prima udienza del processo risale al settembre del 2016. La storia è quella di un divorzio che prevede il versamento di un assegno di mantenimento all'ex moglie. Ma poi le cose cambiano. L'uomo infatti si rifà una vita: conosce un'altra donna, inizia una relazione e poco dopo nasce anche un figlio.
NUOVA FAMIGLIA
L'ex marito si muove allora attraverso i suoi avvocati per ricalibrare l'assegno di mantenimento, che è però anche l'unica fonte di sostentamento della ex, che dopo il divorzio non si è mai trovata un lavoro e vive di espedienti. Poi la scintilla che scatena la guerra: dopo aver ottenuto la modifica del versamento il neo papà chiede, essendo cambiata la sua situazione, di non versare più neppure quell'assegno. Non si arriva neppure alla decisione del Tribunale che la ex moglie parte al contrattacco con colpi durissimi. «Paga o ti faccio del male» è il tono delle minacce che l'uomo inizia a ricevere. Parole a cui all'inizio non sembra dare troppo peso. Ma poi la dose viene rincarata.
IL COMPLICE
«Farò del male a tuo figlio» dice la donna. Ed è a questo punto che l'ex marito decide che è il momento di mettere fine all'escalation di minacce e ricatti e decide di rivolgersi all'autorità giudiziaria. Partono le indagini da cui emerge che la donna avrebbe agito insieme a un complice, che non è stato però ancora identificato. L'uomo, a riscontro delle sue accuse, porta come prova i messaggi telefonici ricevuti dalla ex dove è tutto scritto nero su bianco. Così per A.B. arriva prima il rinvio a giudizio e poi il processo iniziato ieri mattina, in cui la donna è difesa dall'avvocato Barbara Camerin.
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