LE VITTIME
TREVISO «Vogliamo la verità su quello che è successo».

Mercoledì 12 Giugno 2019
LE VITTIME TREVISO «Vogliamo la verità su quello che è successo».
LE VITTIME
TREVISO «Vogliamo la verità su quello che è successo». Sono chiusi nel loro dolore i parenti di Giuseppina Lo Brutto, la 62enne morta nel tragico incidente avvenuto venerdì sera a Povegliano e la cui dinamica racconta qualche cosa di molto più terribile di una crudele fatalità. Vogliono sapere se è vero quello che si racconta della dinamica dello scontro: l'Alfa Romeo del 22enne Christian Barzan che sterza all'improvviso a sinistra come se il ragazzo volesse lanciarsi consapevolmente contro la vettura dentro a cui la donna e il marito erano di ritorno da una cena con amici.
LO STRAZIO
La ricostruzione di quello che sarebbe successo lungo lo stradone tra Santandrà e Povegliano genera incredulità e rabbia. Il pensiero corre a Flavio, il marito ancora ricoverato in ospedale. L'uomo, che nei prossimi giorni dovrà essere operato alle braccia per la ricomposizione di alcune fratture, è in uno stato di profonda prostrazione che è diventata disperazione quando ieri ha saputo della versione data subito l'incidente dalla ragazza 21enne che era nella macchina che gli si è schiantata addosso, strappandogli l'amore della vita: «Ha sterzato di proposito, lo ha fatto apposta». «Vogliamo la verità sull'incidente e per questo abbiamo fiducia nel lavoro della Procura» ripetono declinando con un po' di comprensibile nervosismo taccuini e microfoni. «Ma in questo momento - spiega la nipote, che è un avvocato civilista con lo studio in città - il dolore è troppo forte. Non vogliamo fare dichiarazioni, tanto meno commentare le indagini in corso. La famiglia adesso ha bisogno di stare unita. E soprattutto abbiamo bisogno di essere lasciati in pace». E' una sofferenza composta, come quella del cognato della 62enne che non riesce a trattenere le lacrime. Perché è come se lei ci fosse ancora, come se la sera di venerdì scorso non fosse mai arrivata e l'amore con cui quella coppia innamorata e felice ha attraversato una vita felice li tenesse ancora insieme. Un matrimonio fatto di cose vissute e godute sempre uno accanto all'altra, belle e semplici come gli amici, tra cui tanti colleghi di lavoro con cui avevano mantenuto rapporti anche dopo essere andati in pensione, lui da maestro della scuola elementare e lei dopo una carriera come dipendente pubblica, per anni in servizio alla Provincia. Amici erano le persone con cui aveva cenato la sera dell'incidente in un ristorante del Montello. Doveva essere una occasione di allegria, è finita con degli arrivederci che nessuno sapeva sarebbero stati invece degli addii.
IL DRAMMA
Poco dopo infatti arriva il dramma: la Mito che corre veloce lungo la corsia opposta, gli abbaglianti sparati improvvisamente addosso, quella macchina che non si ferma. Poi lo schianto frontale, tremendo, che non lascia scampo a Giuseppina. Ieri è stata la giornata delle incombenze, a cominciare dalle carte da sistemare per i funerali, per i quali il sostituto procuratore Francesca Torri ha già dato il nulla osta e che la famiglia vuole celebrare però quando il marito Flavio sarà in grado di alzarsi dal suo letto di ospedale per dare l'ultimo saluto. Tutto così necessario ma anche così duro e pesante tanto che hanno dato ad avvocato amico di famiglia la nomina per sbrigare le questioni burocratiche che non possono aspettare. Fin dalle prime ore della mattina di ieri della tragedia che si è portata via Giuseppina hanno parlato anche le televisioni nazionali in un rimbalzo di cronaca che racconta la sconvolgente storia di un ventenne che perde la testa per amore e che avrebbe deciso di farla finita lanciandosi a tutta velocità contro la prima macchina che passava lungo la sua strada. C'è incredulità, sgomento. Ma soprattutto il bisogno di sapere la verità.
de.bar.
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