In città l'ansia dei clienti: «Sarebbe un duro colpo»

Venerdì 18 Gennaio 2019
In città l'ansia dei clienti: «Sarebbe un duro colpo»
L'EMPORIO
TREVISO Le vetrine, i saldi, gli interni eleganti. Una cliente accarezza il cappotto in cachemire, due sono sedute sui divanetti e guardano maglioni e pantaloni. Sembra un giorno come gli altri, ma non è così. L'annuncio di Stefanel di voler mettere in cassa integrazione 244 persone, quasi la totalità del suoi dipendenti, in attesa di elaborare la proposta di concordato che potrebbe salvare lo storico marchio di abbigliamento, si è abbattuta come un macigno sui lavoratori. E all'interno del lussuoso store di via XX settembre i clienti iniziano a fare domande. «Non siamo autorizzate a rispondere» spiegano cortesemente le 4 commesse. La notizia era già nell'aria, ma si sapeva che i tagli riguardavano al momento il ramo d'azienda della logistica. I dipendenti degli store aziendali non dovevano essere toccati. Oggi c'è invece la consapevolezza che non sarà più cosi. E gli interrogativi sul futuro sono moltissimi. «Sono una cliente affezionata del marchio - spiega all'uscita Rosa - seguo con apprensione le vicende che riguardano Stefanel e ho più volte chiesto lumi al personale. Solo che, in virtù della policy aziendale , nessuno è autorizzato a rilasciare dichiarazioni. Se chiudesse questo negozio sarebbe un colpo durissimo per la piazza».
LA CRISI DEL TESSILE
Stefanel, Sisley e Benetton, ovvero l'abbigliamento e il lifestyle che ha fatto grande Treviso per un cinquantennio. Dentro i negozi buoni del centro, la storia di un marchio ma anche generazioni e famiglie trevigiane che hanno scelto, comprato e indossato capi nei momenti quotidiani e importanti della vita. E proprio nei mitici anni Ottanta, dopo il primo Stefanel Store a Siena, aprì il negozio aziendale nel cuore di Treviso. Fu il là agli altri punti vendita, che svilupparono una folta rete di negozi di moda in franchising. Tante vetrine all'estero, poi la sfida della piattaforma online Stefanel.com dove è possibile navigare tra le varie proposte stagionali, suddivise in categorie, come maglieria, top e camicie, abiti e tute, pantaloni e gonne, coprispalla, accessori e l'interessante sezione Stefanel outlet. Ma il negozio che si affaccia su piazza dei Signori, in uno degli stabili più belli della città non è soltanto un punto vendita. È identitario di un territorio e di un brand. «Sul futuro dello store nulla ci è stato ancora comunicato» precisa la responsabile del negozio. Ma che i clienti si stiano già rarefacendo è un fatto non nuovissimo. Le molte difficoltà aziendali hanno indebolito anche la percezione da parte dello stesso consumatore.
L'ASCOM
«Attendiamo gli sviluppi: ad oggi abbiamo notizie parziali - afferma il presidente Ascom Renato Salvadori - certo c'è preoccupazione per i lavoratori, per una storia aziendale importante e anche per il punto vendita in centro. Il timore è che la mazzata trascini anche lo store». L'assenza del marchio nella piazza dei Signori è uno scenario da scongiurare in ogni modo: «Anche per il pericoloso effetto traino che potrebbe avere» afferma Salvadori. La speranza è quella di una trasformazione: «È auspicabile un aggiustamento: nel commercio nulla si crea e nulla si distrugge, attendiamo gli eventi. Certamente il mix di crisi aziendale, potenziamento dell'e-commerce e la politica degli affitti non giova agli store del centro».
Elena Filini
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