IL FENOMENO
TREVISO Una sorella malata terminale e un nipotino piccolissimo.

Giovedì 14 Febbraio 2019
IL FENOMENO
TREVISO Una sorella malata terminale e un nipotino piccolissimo. E, ancora una volta, colleghi felici di donare il proprio tempo lavorativo a famiglie colpite dal dolore. Un altro caso di ferie solidali all'Arpav di Treviso, dove colleghe e colleghi hanno destinate giornate lavorative a una dipendente che, per seguire la sorella, aveva necessità di permessi per accompagnarla nelle cure e seguire il nipotino piccolissimo. Gesti di generosità che si moltiplicano ormai anche nel pubblico. Perchè a moltiplicarsi sono anche le malattie e le situazioni di disagio. Dopo la gara di solidarietà alla Usl 2 raccontata ieri, ecco un nuovo caso all'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto. Dove il nuovo responsabile delle risorse umane Lorenzo Pavani ha istituito, tra le altre cose, la possibilità di destinare giornate lavorative ai colleghi. Un primo caso ha già riguardato una situazione famigliare molto complicata.
LA COLLETTA
La dipendente in questione, per poter seguire la sorella ma soprattutto il nipote minorenne, ha chiesto il supporto dei colleghi. E la risposta è stata di quelle che scaldano il cuore. «Ho donato quanto potevo. E tra le ferie destinate al collega e i permessi per seguire altri famigliari ho finito tutto, ma non mi importa. Sono felice così» spiega un'impiegata dell'agenzia che è stata tra i pionieri del dono. «Ora, come dipendenti, abbiamo chiesto di poter studiare una modalità nuova: vorremmo che il personale di Regione, Arpav e Usl potesse mettere in circolo sia le richieste di ferie solidali sia le donazioni, in modo da poter arrivare ad un bacino sempre più ampio di colleghi bisognosi». Dramma e speranza insomma di intrecciano nella seconda come nella prima storia. Oggi una sorella, ieri una mamma. Donne che cercano di tenere cuciti i legami famigliari e la necessità di cure con le emergenze economiche: lo stipendio è necessario almeno quanto il tempo. Ma in certi casi il tempo è determinante. «Noi mamme sappiamo cosa significhi non poter seguire i propri figli soprattutto quando stanno male - riprende la lavoratrice che ha donato le proprie ore alla collega - ti crolla il mondo addosso quando i tuoi figli o i tuoi cari soffrono: li vedi indifesi. E' umano voler aiutare persone con cui collabori ogni giorno».
RISORSE UMANE
La filosofia di un'azienda più solidale si sposa perfettamente con il nuovo corso impresso da Pavani. «Non appena insediato, il nuovo direttore del personale ha sottoposto tutti i lavoratori ad un ampio questionario - chiarisce l'ufficio stampa - oltre alla formazione e agli aggiornamenti, si chiedeva come l'azienda potesse andare incontro alle esigenze dei lavorati. Oggi Arpav si muove verso nuove conquiste nell'ambito del telelavoro e soprattutto delle ferie solidali». Anche nei grigi uffici al neon, insomma, batte un cuore. «Il presupposto è che i dipendenti prima di tutto sono persone e potenzialità. Collaborazione e responsabilità devono essere il cardine su cui costruire il nostro lavoro. E aiutano a migliorare le prestazioni». Ecco che quindi la rivoluzione nella gestione delle risorse umane ha delle ripercussioni concrete e tangibili. Fa bene al destinatario del dono solidale e fa bene ai colleghi che, donando, cementano lo spirito di gruppo. Per questo anche la burocrazia pare snellirsi e piegarsi alle esigenze dei lavoratori. È accaduto esattamente così alla Usl 2: la misura non era stata ancora firmata e concordata con le sigle sindacali. Però l'azienda sanitaria si è mossa in anticipo. «Data l'urgenza - conferma il direttore delle risorse umane Usl Filippo Spampinato - ci siamo mossi in anticipo sull'accordo sindacale, ma con il pieno sostegno delle sigle. L'esito di questa gara di solidarietà è stato sorprendente». La provincia di Treviso ed il Veneto in generale hanno abituato a raccontare storie in cui dolore e difficoltà pratiche cementano il tessuto sociale grazie a forme sempre nuove di solidarietà. Dal dipendente della tessitura Monti cui i colleghi hanno garantito la possibilità di seguire il figlio malato di leucemia ai lavoratori della Breton di Castello di Godego che si sono autotassati per consentire ad una famiglia di superare il lutto della morte di un figlio. Nel pubblico, però, non era ancora accaduto. Sebbene infatti le donazioni di ore lavorative siano state introdotte formalmente dal Job act del 2015, su modello della legge francese a tema, la legge Mathys, i precedenti riguardavano solo aziende private. Questa misura, insomma, non era ancora stata esperita dai dipendenti della Usl. Ma per il 2019 era arrivata la richiesta di un padre di poter aver accesso al monte di 30 giornate consentito per legge. E la risposta dei colleghi è stata travolgente. La solidarietà è contagiosa: queste due storie pilota aprono di fatto le porte delle aziende pubbliche a soluzioni di utile flessibilità.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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