Gay pride, Forza Nuova scrive anche al vescovo «Un'indecenza: lo fermi»

Sabato 18 Maggio 2019
LA PROTESTA
TREVISO Gay pride organizzato a Treviso il 29 giugno: dopo aver criticato apertamente la posizione del sindaco Mario Conte,che ha assicurato il suo placet alla manifestazione anticipando che potrebbe anche parteciparvi (benchè il comune non abbia dato il patrocinio), Forza Nuova scrive al Vescovo. «Fermi quest'indecenza»: è l'appello.
Lorenzo Damiano e Gloria Callarelli, candidati alle Europee per l'estrema destra rivolgono un accorato appello a monsignor Agostino Gardin per intervenire in merito al corteo Lgbt che il 29 giugno attraverserà le strade di Treviso. «Ci uniamo al coro di altre associazioni ed entità cattoliche che ci supportano. Siamo a scriverle da cattolici e da padri e madri di famiglia-spiegano- Siamo venuti a conoscenza del fatto che a Treviso il 29 giugno si terrà il gay pride. Un evento che non rispetta la cultura cristiana e la morale della società ma soprattutto che rischia di scandalizzare e mettere confusione in famiglie e bambini che inevitabilmente potrebbero assistere alla manifestazione».
«Chiediamo a Lei quale primo cittadino della Chiesa Cattolica della provincia di Treviso - continua la lettera - di sostenerci affinchè manifestazioni, che già altrove sono state condite da atti osceni e blasfemie, siano vietate nel nostro territorio pubblico». Callarelli e Damiano dicono di rappresentare moltissime famiglie cattoliche trevigiane, in difficoltà di fronte a kermesse di questo tipo. «Siamo qui a chiedere con un accorato appello che il rappresentante della Chiesa della Diocesi trevigiana non solo annunci la parola di Dio per le strade ma intervenga in prima persona con tutta la Diocesi per dire no a questi eventi scadenti nelle oscenità e conditi di blasfemia». Sulla questione è già intervenuto il sindaco Mario Conte che ha detto sì al gay pride senza però dare il patrocinio. «Non sarà una carnevalata - ha assicurato - ma una manifestazione organizzata da persone che meritano rispetto».
Elena Filini
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