Gagliardi appoggia la cura Garofalo

Giovedì 6 Dicembre 2018
LO SCENARIO
TREVISO «Io sono il primo sostenitore dell'avvocato Garofalo». Gianfranco Gagliardi (nella foto), riconfermato nel Consiglio d'indirizzo di Ca' Spineda, va dritto al concetto: la presidenza della Fondazione Cassamarca non gli interessa. Lo dice chiaramente, a scanso di equivoci. E mette a tacere le tante voci che circolano in queste ore e che lo danno, invece, molto interessato alla successione di Dino De Poli. Ma quel posto pare ormai assegnato a Luigi Garofalo, nome su cui stanno convergendo praticamente tutti. E non da adesso. L'avvocato e docente universitario gode dell'appoggio del sindaco di Treviso Mario Conte, che lo ha inserito nella terna portata a Ca' Spineda, ed è ben visto anche dalla Lega che muove diverse pedine all'interno del Consiglio d'indirizzo. Di matrice leghista sono infatti Luigi Squizzato, indicato dal Comune di Castelfranco, e Ubaldo Fanton, storico assessore provinciale all'epoca di Zaia e poi, in parte, anche di Leonardo Muraro. Di area centrodestra anche Amedeo Gerolimetto, mentre Tomaso Patarnello è collega di Garofalo all'università di Padova. E tutti questi formano già un blocco di voti sicuro, a cui poi si deve sommare anche Giuliana Martina (Ca' Foscari). Cinque (sei contando lo stesso Garofalo) su nove. E ora sette: alla lista si aggiunge anche Gagliardi.
CONDIVISIONE
«Io sostengo Garofalo, non cominciamo subito con queste storie - attacca Gagliardi - il consiglio appena formato non ha alcuna divisione al suo interno. Per quanto mi riguarda, lo ribadisco, Garofalo è il prossimo presidente della Fondazione. Anzi: sarò io a proporre la sua candidatura all'inizio della prossima seduta. Ormai le cose, a mio parere, sono chiare: il voto all'unanimità dato per la nostra nomina è un evidente segnale dell'armonia che c'è, dell'inesistenza di alcuna turbolenza». Strada spianata insomma. Gagliardi è molto netto e invita a non dare ascolto a chi propone scenari alternativi a quella di Garofalo: «L'ipotesi che io possa ambire alla presidenza non esiste - chiarisce - a parer mio il presidente dovrà essere Garofalo, con lui ho collaborato tante volte, lo conosco molto bene e sono assolutamente convinto della scelta. Discuteremo di tutto questo assieme ai colleghi, ma per quanto mi riguarda di dubbi non ce ne sono».
NEL SOLCO
Chiarita la questione presidenza, in attesa della votazione di martedì che segnerà la prima pagina della nuova era per Fondazione, resta da capire cosa si potrà ancora fare in futuro. «Il presidente Garofalo» - come già lo definisce Gagliardi - avrà davanti una sfida da far tremare i polsi. Non ci sono grandi progetti da realizzare, ma da sistemare i conti: impresa a dir poco critica. Per questo il nuovo consiglio è così in continuità con il precedente, come dimostrano i sei membri su nove riconfermati. E il segno della continuità, e la sua importanza, la ribadisce anche lo stesso Gagliardi: «La continuità con il passato sta soprattutto nel riprendere il lavoro fatto negli ultimi anni - sottolinea - le risorse sono minori rispetto al passato e bisogna proseguire sulla strada dei sacrifici e del ridimensionamento. Questa è la continuità che si dovrà seguire».
I PROGETTI
Il futuro della Fondazione è ancora tutto da disegnare, ma difficilmente si potrà dare vita a progetti nuovi prima del 2020, data entro cui bisognerà ritornare con i bilanci in pareggio o, meglio, in attivo. Pensare di fare altro, al momento, non è semplice. «In effetti è un po' prestino per parlare di progetti nuovi - ammette Gagliardi - prima è necessario portare avanti la ristrutturazione e la riorganizzazione già avviata dal presidente De Poli. Poi sarà fondamentale continuare il dialogo con le istituzioni, altro passaggio fondamentale». E per fare tutto questo è necessario un grande gioco di squadra. È stato questo il primo concetto espresso da Garofalo un minuto dopo essere stato nominato dentro il Consiglio d'indirizzo. Da un lato ha evitato per passare come quel presidente che ancora non è, dall'altro ha però sottolineato la necessità di lavorare compatti visti i tempi duri da affrontare: «E sarà così - conferma Gagliardi - sono il primo a sostenere la necessità del gioco di squadra. E, per quanto mi riguarda, si farà attorno al presidente Garofalo».
Paolo Calia
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