Contestazioni sul Montello «Discorso politico dell'Anpi»

Venerdì 26 Aprile 2019
LA PROTESTA
GIAVERA Se a Montebelluna il 25 aprile ha unito, a Santi Angeli di Giavera, invece, è stato accompagnato da qualche polemica, sviluppatasi più dopo la manifestazione che nell'arco della stessa. A far storcere il naso a qualcuno l'intervento di Antonella Lorenzoni, vice presidente del Comitato provinciale dell'Anpi, intervenuta a Santi Angeli, nell'ultima parte della commemorazione, che si svolge nel punto in cui furono uccisi dei partigiani.
IL NODO
«Ho dovuto interrompere il suo discorso -scrive Lorenzo Soldera, capogruppo degli Alpini di Bidasio- impregnato di propaganda politica; già serpeggiava tra i presenti il malumore e ciò mi ha dato la forza di fare presente che il 25 aprile è una ricorrenza civile e non un comizio elettorale. Io come facente parte di una associazione apolitica come l'Ana mi sono sentito offeso e così tanti presenti». Ma c'è stato anche chi ha dato una lettura opposta. «Chiedo scusa alla sorella di uno dei tre partigiani impiccati dai nazifascisti a Santi Angeli come cittadino, antifascista, democratico -scrive Paolo Gasparetto, del Gruppo naturalistico montelliano- per la stupidità di alcuni contestatori, oserei dire fascisti, in quanto hanno tentato di impedire il discorso della rappresentante dell'Anpi contravvenendo prima alla buona educazione, poi allo spirito democratico per cui questi partigiani hanno dato la vita. Questi contestatori inquadrati con tanto di labari dovrebbero aver rispetto per il cappello che portano che oggi hanno disonorato». Difficile dire quali siano stati i passaggi caldi.
NEL MIRINO
Mentre il sindaco di Giavera Maurizio Cavallin ha la sensazione che le acque si siano agitate al momento dei riferimenti al problemi climatici e alla battaglia di Greta Thunberg, la diretta interessata, Antonella Lorenzoni, spiega: «Ho cercato di prestare la massima attenzione all'uso dei termini facendo però presente che su alcuni temi, come il diritto di famiglia, non si torna indietro e chiudendo il mio discorso con una citazione di Tina Anselmi». La quale, in particolare, scrive che la nostra storia di italiani ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati. (L.Bon)
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