Blerta ha trovato i complici su internet

Mercoledì 5 Settembre 2018
Blerta ha trovato i complici su internet
IL MASSACRO
Emergono nuovi particolari sul triplice omicidio di Debar, in Macedonia. Dopo l'arresto di Blerta Pocesta - la 28enne che lavorava come segretaria in una ditta di Francenigo accusata (rea confessa) di aver ucciso a colpi di pistola il padre Amit, la madre Nazmie, la sorellina quattordicenne Anila - e dei suoi due presunti complici, Ferdi Gashi di 31 anni e Veap Klobochishta, 61 anni, si scopre che la giovane avrebbe assoldato attraverso internet il trentunenne che l'ha accompagnata dall'aeroporto a Debar, paese d'origine della famiglia Pocesta, e il sessantunenne che le ha venduto la pistola. Un metodo semplice, veloce e, a quanto pare, efficace. Blerta ha messo un'inserzione online: cerco un autista e una persona per la mia company, la mia società. Poi tra le varie risposte ha scelto quella giusta, o forse ha semplicemente usato una sorta di linguaggio criptato, concordato in precedenza.
LE INDAGINI
Blerta ha confessato: il grilletto lo ha premuto lei. Ma la sua confessione non mette la parola fine alle indagini. Nemmeno per quanto riguarda l'Italia. La famiglia Pocesta viveva in una villetta di Cornadella di Sacile dopo aver abitato per anni a Cordignano: ben inserita e benvoluta, con le tre figlie che avevano frequentato le scuole con successo e stretto legami anche importanti. Ora gli investigatori italiani vogliono fare luce sull'agghiacciante triplice omicidio, cercando di capire cosa c'è dietro, se il movente è davvero solo quello economico, ovvero l'assicurazione sulla vita che Blerta avrebbe fatto stipulare a tutta la famiglia e che varrebbe un milione e mezzo di euro. E se ci può essere anche un coinvolgimento tutto italiano nella strage di Debar. La Procura di Pordenone, che coordina le indagini della Squadra Mobile al comando della dirigente Brunella Marzani, sentirà tutte le persone che in qualche modo hanno avuto a che fare con la ventottenne. Parenti, amici, e anche il fidanzato. L'obiettivo è ricostruire passo passo la vita della giovane che amava la speleologia e parlava sempre della sorellina che considerava come una figlia, vista la differenza d'età; Anila, la quattordicenne contro la quale ha puntato la pistola per ucciderla. Ci sono zone oscure nella vita della giovane che, secondo alcune fonti, da quattro mesi a Sacile ci tornava solo saltuariamente. Qualcuno potrebbe averla spinta al massacro della famiglia? Fidanzato, amici e parenti serviranno a disegnare un ritratto più vicino al vero della ragazza.
IL MOVENTE
Ad oggi gli inquirenti non escludono alcuna pista, anche se quella economica sembra essere la più plausibile. In un'intervista rilasciata ai media macedoni Rasim Findo, il cognato di Amit Pocesta, parla dell'assicurazione sulla vita che Blerta avrebbe fatto stipulare alla sua famiglia (Notizia anticipata ieri dal Gazzettino ndr). E non ha dubbi. Alla domanda del giornalista sul movente dell'omicidio risponde chiaramente: «Il denaro, un'assicurazione stipulata in Italia sulla vita, sulla casa... Un'assicurazione che vale un milione e mezzo di euro». E oltretutto Blesta avrebbe già ammesso di aver sparato solo per motivi economici, aggiungendo che voleva uccidere solo il padre. C'è poi la pista passionale, quella di una relazione osteggiata dalla famiglia della ventottenne. Ma c'è anche l'ipotesi di un fatto accaduto al di fuori della cerchia familiare, che potrebbe aver armato la mano della ragazza. Gli inquirenti macedoni la descrivono come una giovane donna dalla personalità molto forte, capace di agire a sangue freddo. L'omicidio lo ha studiato a tavolino, ma ha commesso tanti errori, primo fra tutti quello di prendere ben due voli aerei per andare e tornare da Debar.
Susanna Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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