«Ho trovato il pavimento della chiesa di San Zuane»

Mercoledì 20 Maggio 2020
«Ho trovato il pavimento della chiesa di San Zuane»
VITTORIO VENETO
«E se quel pavimento appartenesse all'antica chiesetta di San Zuane?». Michele Bastanzetti, consigliere del quartiere Ceneda e portavoce del comitato Sac (Società Ambiente Cultura) ha depositato ieri in municipio una lettera indirizzata al sindaco Antonio Miatto nella quale aggiorna il primo cittadino su quella che potrebbe rivelarsi una scoperta storicamente importante: «Dopo molti tentativi, e prossimo a un mesto abbandono della ricerca, in virtù di una fortuita dritta ricevuta dalla vittoriese Lorenza Segat, che da bambina aveva abitato in zona, sono probabilmente riuscito a individuare il pavimento della chiesetta di San Zuane».
LA STORIA
Ancora aperte le immani ferite e distruzioni provocate a Ceneda e Serravalle dagli Ungheri di Pippo Spano, tale chiesetta venne consacrata a San Giovanni Battista dal vescovo Antonio Correr nel 1420, come racconta Basilio Sartori nel suo Pagine di storia e vita cenedese. Bastanzetti ha trovato i presunti ruderi di San Zuane «sepolti da decimetri di humus in una zona boschiva tra il San Paolo e il monte Altare, denominata dialettalmente zercol, e nell'antica toponomastica vittoriese Post Castrum o Post Arcem». L'esponente del Sac si dichiara «disponibile, con le più muscolose forze del comitato, a bissare il recente e apprezzatissimo intervento di ripulitura dei 51 gradoni della scalinata dei Cleromanti, cioè a riportare alla luce i suddetti ruderi alla sola condizione che l'amministrazione comunale mi fornisca le liberatorie del proprietario del fondo e di altri eventuali enti preposti per potere eseguire gli scavi».
LA VALORIZZAZIONE
L'appello è stato rivolto a Miatto anche in ottica turistica, delega quest'ultima che in giunta appartiene proprio al sindaco: «Anche questo ulteriore rinvenimento rimpolpa le credenziali attrattive della zona che fa parte, come buffer zone, del patrimonio Unesco. Se nulla si farà, quei ruderi, con la storia e la vita che raccontano, scompariranno per sempre dalla vista e sempre più dalla memoria».
Luca Anzanello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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