«Ha fatto volontariato»: ridotta la pena alla Dametto

Lunedì 10 Agosto 2020
CASIER
Sono stati la condotta processuale e l'attività di volontariato in una casa di riposo a Treviso a permettere a Federica Dametto, la barista 40enne di Casier che il 3 settembre 2015 lungo il cavalcavia di San Giuseppe aveva investito e ucciso Enrico Scarabello, 38 anni di Carbonera, a ottenere una riduzione di pena. Lo spiegano i giudici della Corte d'Appello di Venezia nelle motivazioni della sentenza, depositate nei giorni scorsi. Federica Dametto, in primo grado, era stata condannata complessivamente a 4 anni e sei mesi. In appello, proprio a fronte della sua attività a servizio degli anziani, ha rimediato 2 anni e 3 mesi di reclusione per i reati di omicidio colposo e omissione di soccorso, e 8 mesi di arresto e 2.500 euro di multa per i reati di fuga e guida in stato d'ebbrezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
LE MOTIVAZIONI
I giudici della Corte d'Appello di Venezia scrivono che il ricorso presentato dall'avvocato Fabio Capraro «è meritevole di accoglimento», e che alla 40enne è concedibile un ridimensionamento della condanna «per i riferimenti all'attività di volontariato presso una casa di riposo per anziani. Questa condotta positiva merita di essere valorizzata ai fini del riconoscimento delle attenuanti generiche, negate dal primo giudice». A conti fatti si tratta di una riduzione di un anno e sei mesi. In pratica una condanna che si avvicina alla richiesta di patteggiamento a 3 anni presentata dalla Dametto in udienza preliminare, giudicata al tempo troppo lieve per i reati contestati. La difesa della 40enne puntava anche al riconoscimento di un concorso di colpa della vittima, come chiesto anche dal procuratore generale, ma i giudici non hanno riconosciuto questa circostanza.
I FATTI
Quella notte Enrico Scarabello e la moglie Elisa Zanardo stavano camminando lungo il cavalcavia di San Giuseppe in direzione Stiore. Erano i giorni dell'Home Festival, e l'arteria era piena di auto e persone a piedi. Attorno alle 22.50 l'auto della Dametto, che guidava con un tasso alcolemico sei volte oltre il limite e dopo aver assunto metadone, investì la coppia. Dopo l'incidente, la barista si fermò, scese dall'auto ma poi riprese la sua corsa parcheggiando qualche centinaio di metri più avavnti, dove venne trovata ancora al volante dagli agenti della questura.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci