Green pass, i sindaci: «Non facciamo gli sceriffi»

Domenica 25 Luglio 2021
LE REAZIONI
TREVISO «Non vogliamo fare gli sceriffi». I sindaci trevigiani dicono di no a controlli e sanzioni da parte dei Comuni in relazione all'uso del Green pass contro la diffusione del coronavirus. E allo stesso tempo allontanano l'idea che i gestori di bar e ristoranti possano trasformarsi in controllori. «I municipi non hanno strumenti né risorse mettono in chiaro e non si può chiedere ai ristoratori di diventare poliziotti». La linea è la stessa praticamente in tutti i Comuni, senza distinzioni politiche o partitiche. «Ben venga il Green pass se è l'alternativa a nuove chiusure spiega Mario Conte, sindaco di Treviso ma il controllo non può spettare ai Comuni né, tanto meno, agli esercenti. Il governo deve chiarire questo aspetto». E in fretta. Dal 6 agosto servirà la certificazione verde per mangiare e bere seduti al tavolo all'interno di bar e ristoranti, entrare in cinema, stadi, palazzetti, teatri, musei e così via.
LE CONSIDERAZIONI
«Non ci metteremo certamente a fare gli sceriffi dei gestori di bar e ristoranti al chiuso, o delle palestre, piscine e impianti per gli sport di squadra sottolinea Katia Uberti, sindaco di Paese l'applicazione del cosiddetto passaporto sanitario nelle situazioni di grande affluenza ha indubbiamente una logica. Ma il fatto che i gestori possano essere addirittura sanzionati qualora non riescano a verificare efficacemente non mi pare la strada giusta». A Spresiano, se possibile, sono ancora più netti. «Chiedendo ai ristoratori di diventare controllori si rischia di scatenare una sorte di guerra civile avverte il sindaco Marco Della Pietra e i Comuni non hanno risorse e tempo per seguire anche questa attività. Solo pochi giorni fa c'è stata una manifestazione a Roma per chiedere che i sindaci non abbiano ogni sorta di responsabilità. Adesso arriva una nuova mazzata. Forse è meglio non fare più manifestazioni». «A questo punto aggiunge se questa è l'organizzazione prevista per la zona bianca, tanto varrebbe comportarsi come se fossimo in zona gialla, indossando le mascherine o facendole indossare a chi non si vaccina».
I COMPITI
Nessuno vorrebbe mettere la polizia locale sulle tracce di chi non ha il Green pass. «Il nostro impegno riguarda in primis la sicurezza stradale e il contrasto ai furti evidenzia il sindaco di Roncade, Pieranna Zottarelli ci sarà la necessaria collaborazione, ma non si può correre il rischio di mettere i cittadini uno contro l'altro. Così come non è pensabile che i gestori che hanno già investito molto sul fronte della sicurezza contro il Covid adesso siano anche chiamati a controllare chi ha o meno il Green pass». «Noi non abbiamo le forze per eseguire altri controlli oltre a quelli che già garantiamo aggiunge Cristina Andretta, sindaco di Vedelago ed è assurdo chiedere ai ristoratori di controllare, tra l'altro mettendoli in imbarazzo. Il loro mestiere non può essere quello di vigilare sui Green pass». Le difficoltà sono infinite. «Il 6 agosto non chiederò di certo alla polizia locale di effettuare controlli e sanzioni per l'uso del Green pass tira le fila il sindaco di Zero Branco, Luca Durighetto qualcuno ci dirà chi deve fare questi controlli. I ristoratori non possono avere tra i loro incarichi anche quello di fungere da poliziotti. Esiste pure un problema di tempistica. Come dovranno comportarsi i cittadini che hanno prenotato il vaccino ma che non hanno ancora ricevuto la prima dose? Senza chiarimenti, la confusione rischia di essere enorme». Infine, c'è la netta presa di posizione dell'Usl della Marca: «Chi non si vaccina contro il Covid non può pensare di limitare la libertà di altri portando verso nuove restrizioni chiude il direttore generale Benazzi chi è vaccinato ha il diritto di poter andare a mangiare al ristorante anche all'interno. Chi non invece non si vuole vaccinare, o mangia all'aperto o resta a casa». (mf)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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