Gobbo sprona Fondazione «Non lascerà i suoi principi»

Mercoledì 14 Novembre 2018
LE NOMINE
TREVISO Gian Paolo Gobbo una certezza ce l'ha: resterà in Fondazione Cassamarca e ai livelli più alti. Attualmente è vicepresidente del consiglio d'amministrazione, organo in scadenza nel 2020. E quindi, anche se non farà parte del Consiglio d'indirizzo, occuperà comunque un posto di assoluto rilievo. E non è ancora detto che non entri anche nel Cdi: il suo nome è tra quelli che potrebbero essere cooptati, assieme al presidente dell'Appiani spa Piero Semenzato. Gobbo, a quel punto, sarebbe il vicepresidente ideale dell'avvocato Luigi Garofalo, grande favorito per la successione del presidente De Poli che scadrà ufficialmente il 4 dicembre. Entro la fine del mese verrà convocato il Consiglio d'indirizzo cruciale, l'ultimo atto di De Poli nella sua quasi trentennale presidenza a Ca' Spineda: la scelte dei sette membri in rappresentanza dei sette enti che, di fatto, sono gli azionisti di Fondazione. Gli altri due saranno, appunto, i cooptati. Poi il consiglio al completo eleggerà il presidente. Le scelte spetteranno a De Poli, ma l'intreccio degli accordi già disegna un possibile consiglio abbondantemente annunciato: il rappresentante del Comune sarà appunto Garofalo, quello della Provincia l'ex assessore Ubaldo Fanton, per la Camera di Commercio Amedeo Gerolimetto, mentre l'associazione dei Comuni punta su Giovanna Mazzer, il comune di Castelfranco su Giovanni Squizzato, l'università di Padova su Tommaso Patarnello e quello di Venezia Giuliana Martina. Poi i cooptati: probabile Gobbo, probabile Semenzato. L'ingresso di Gobbo potrebbe aprire la strada del cda a Gianfranco Gagliardi, presidente della Teatri spa inserito nella terna dell'associazione dei comuni.
«LA NOSTRE FUNZIONI»
Gobbo, intanto, si limita a osservare. Ma non si scompone. Ha invece ben chiaro cosa dovrà fare la nuova Fondazione: «Deve riprendere le sue funzioni naturali di aiuto al territorio - osserva - nella sua storia ha fatto tanto, dal recupero del teatro e del San Leonardo con il quartiere Latino, all'università, all'Appiani. Bisognerà ripartire dai principi, cercando di dismettere parte del patrimonio immobiliare per trovare le risorse». Ma Gobbo non si nasconde davanti alla realtà: «Fondazione non potrà mai tornare quella di prima, purtroppo le azioni di Unicredit un tempo valevano 56 euro, ora molto ma molto di meno e non ci sono più dividendi. Però tante cose possono essere ancora fatte. Non dimentichiamo l'università e anche il Teatro: non siamo ancora usciti dalla sua gestione, stiamo invece lavorando alla creazione di questo nuovo soggetto giuridico. E c'è il progetto di realizzare un grande polo universitario all'ex Distretto Militare su cui ci sono molti sforzi da parte di tutti».
IL PRESIDENTE
E poi la questione del prossimo presidente: «Dovrà raccogliere la pesantissima eredità di De Poli, non sarà semplice. Il consiglio saprà fare le giuste valutazioni. Il prossimo presidente dovrà prendere in mano tutte le funzioni organizzative, riassestare la Fondazione. Se ci sono prospettive per la Fondazione? Certo che ce ne sono, altrimenti non saremmo qui. L'importante è lavorare e continuare ad aiutare il territorio come abbiamo sempre fatto».
Paolo Calia
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